Gli alberi della chimica


La chimica ricerca continuamente nuove strade per realizzare innumerevoli prodotti in modo sempre più efficiente e conveniente, riducendo al minimo gli sprechi e salvaguardando la salute e l’ambiente.

La petrolchimica fa un uso intelligente e sostenibile del petrolio, del gas naturale e bio, della CO2, delle biomasse e dei rifiuti (trattati attraverso impianti di pirolisi), utilizzando i suoi derivati come materie prime per ottenere moltissimi prodotti indispensabili. Etilene, propilene, buteni e butadiene, aromatici (ad esempio il benzene) e metanolo sono i componenti di base dell’industria petrolchimica.

In effetti, il 95% di tutti i manufatti di uso comune sono disponibili a costi largamente accessibili grazie alla chimica.

Storicamente, grazie ai progressi della petrolchimica, la qualità della vita è migliorata in modo straordinario, garantendo condizioni di maggiore sicurezza e benessere con aspettative di vita più lunghe.

La petrolchimica è centrale per una società sempre più sostenibile, fornendo materiali che contribuiscono ad esempio all’isolamento delle abitazioni, a garantire condizioni ottimali di igiene e sicurezza, allo sviluppo delle energie rinnovabili e a ridurre le emissioni di gas serra, concorrendo così alla transizione ecologica e ad affrontare il cambiamento climatico.

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La chimica da biomasse utilizza materie prime di origine biologica per realizzare prodotti chimici e biocarburanti, contribuendo alla sostenibilità attraverso l’uso di materie prime che comportano minori emissioni di gas serra.

Tutta la chimica offre soluzioni sostenibili e la chimica da fonti rinnovabili rappresenta uno dei vari modi per contribuire alla sostenibilità.

La frontiera tecnologica si orienta sempre di più verso l’utilizzo di materie prime prive di usi alternativi come colture agricole in aree a scarsa produttività, scarti e rifiuti dell’industria agro-alimentare, alghe e micro-organismi coltivati in condizioni artificiali. 

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Nella
chimica inorganica rivestono grande importanza l’industria del cloro e quella dell’acido solforico dai quali si ottengono tantissimi prodotti.

Ad esempio, uno dei principali derivati del cloro è il PVC utilizzato nei serramenti per l’isolamento termico delle abitazioni e nelle tubature per garantire la qualità dell’acqua evitando fenomeni di corrosione o ruggine.

L’ipoclorito di sodio (candeggina) è largamente impiegato per garantire igiene e disinfezione; più in generale, la chimica del cloro è essenziale per la produzione della stragrande maggioranza dei medicinali (inclusi molti farmaci “salvavita”).

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L’acido solforico è il prodotto chimico di base più utilizzato nei paesi industrializzati.

Trova numerosissime applicazioni, a livello sia di laboratorio sia industriale, quali la produzione di fertilizzanti, il trattamento dei minerali, la sintesi chimica, la raffinazione del petrolio, le solfonazioni in chimica organica, il trattamento delle acque di scarico, la produzione di acidi inorganici e l’utilizzo nell’industria metallurgica e siderurgica. È, inoltre, utilizzato come catalizzatore di reazioni chimiche come l’alchilazione.

È ampiamente utilizzato anche nell’industria alimentare (zuccherifici, distillerie, ecc.), nelle concerie, nel tessile, nelle cartiere, nel settore delle vernici e dei pigmenti, nella produzione di fitofarmaci, resine e materie plastiche, nelle vetrerie, nella produzione di batterie per le auto, nella detergenza, nell’industria farmaceutica.

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