Chimica: solida ripresa nel 2017, proseguirà nel 2018

08 gennaio 2018

Di seguito la sintesi della nota congiunturale pubblicata semestralmente da Federchimica


SITUAZIONE E PROSPETTIVE PER L’INDUSTRIA CHIMICA

Nel 2017 solida ripresa dell’industria chimica in Italia, grazie a migliore domanda interna e slancio dell’export

Dopo un 2016 deludente, il 2017 restituisce un quadro incoraggiante per l’industria chimica europea e italiana. La ripresa si è finalmente fatta strada e l’Italia – terzo produttore europeo – cresce ad un buon ritmo (+2,6% stimato per la chiusura d’anno).
Il miglioramento emerge su più fronti, dando solidità alla ripresa: export in forte progresso (+10,3% in valore nei primi 9 mesi a fronte del +7,2% della media manifatturiera), diffuso risveglio della domanda interna ad eccezione delle costruzioni, miglioramento esteso sia alla chimica di base, sia ai comparti della chimica a valle.
La chimica si conferma il terzo settore esportatore italiano e, dal 2007, vede il disavanzo commerciale nella chimica di base in calo di oltre 2 miliardi di euro e, contemporaneamente, l’avanzo nella chimica fine e specialistica in aumento di quasi 2,5 miliardi.

Tensioni lungo le filiere per situazioni di shortage e forti rincari di alcune materie prime

Se la situazione di domanda è positiva in modo piuttosto generalizzato, le condizioni di redditività risultano più diversificate.
I prezzi dei prodotti petrolchimici di base sono in rialzo dai livelli di minima toccati nel 2016 (nel quarto trimestre 2017 etilene +9% e propilene +18%) coerentemente con l’andamento del petrolio, che è previsto esaurire la spinta rialzista e collocarsi nel 2018 in prossimità dei 60$.
Più a valle persistono, invece, situazioni di shortage di importanti materie prime con fortissimi aumenti di costo per diverse filiere (ad esempio adesivi e intermedi destinati alla cosmetica). Queste tensioni discendono da una combinazione di fattori di natura diversa: force majeur, nuova politica ambientale cinese e conseguente chiusura delle produzioni più inquinanti che richiedono, per l’adeguamento, investimenti ingenti e tempi non brevi, offerta europea razionalizzata per ripristinare una marginalità accettabile e che fatica a soddisfare la domanda in fasi di ripresa entrando facilmente in tensione in presenza di force majeur.

Nel 2018 potrà proseguire una robusta espansione dell’attività chimica in Italia

Panel2017_1Nell’ipotesi che il quadro politico – italiano ed europeo – non veda riaccendersi focolai di incertezza, nel 2018 l’attività chimica in Italia proseguirà la sua espansione ad un ritmo robusto (+2,0%) anche se più contenuto rispetto al 2017. 
La quota di fatturato all'export – che ormai supera in media il 50% con un incremento di 15 punti % dal 2007 – testimonia come il settore abbia imparato a convivere con una crescita del mercato interno vincolata dalle esigenze di graduale rientro del debito pubblico. Il forte riposizionamento verso i mercato internazionali coinvolge le imprese sia a capitale italiano, in molti casi presenti all'estero con propri siti produttivi, sia a capitale estero, per effetto di un processo di specializzazione degli stabilimenti italiani all’interno del gruppo che comporta quote esportate anche superiori al 75%.






Chimica, un settore su cui puntare perché leader nella Sostenibilità

panel2017_2L’industria chimica è tra i settori che meglio hanno resistito alla crisi – limitando le perdite in termini di imprese, produzioni e occupati – e che hanno intrapreso un percorso di riposizionamento competitivo con risultati già visibili: il settore ha, infatti, ampliato il suo peso, espresso in termini di valore aggiunto, nell'ambito dell’industria italiana ed è riuscito a guadagnare quote sul commercio mondiale, in particolare rispetto ai concorrenti europei.
Dal confronto di tutti gli indicatori disponibili con la media manifatturiera, emerge chiaramente che l’industria chimica vanta una vera e propria leadership nella Sostenibilità con riferimento alla dimensioni sia ambientale, sia sociale ed economica. 

La Chimica, inoltre, è un driver di Sostenibilità per l’intero sistema: attraverso i suoi prodotti intermedi ad elevato contenuto tecnologico sostiene la competitività di tutta l’industria manifatturiera italiana, le sue soluzioni tecnologiche consentono di ridurre i gas serra anche dei settori utilizzatori (in particolare negli usi civili e nei trasporti che rivestono quasi il 60% delle emissioni in Italia) e daranno un contributo centrale anche all'Economia Circolare.
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E’ fondamentale che il sistema normativo – sia nella definizione delle norme, sia nella loro applicazione da parte della Pubblica Amministrazione – consideri tutte e tre le dimensioni della Sostenibilità egualmente importanti nella consapevolezza che norme più stringenti degli altri Paesi europei, lungaggini e incertezze burocratiche – figlie anche della mancanza di cultura industriale – non comportano una migliore tutela della salute, sicurezza e ambiente ma solo una perdita di competitività e benessere collettivo. Senza investimenti e sviluppo non si creano posti di lavoro e non si hanno nemmeno le risorse per tutelare l’ambiente.

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