Responsible Care: i principali indicatori in sintesi

15 novembre 2017
Responsible Care è il Programma volontario dell’industria chimica mondiale, con il quale le imprese si impegnano a realizzare valori e comportamenti di eccellenza, nelle aree della sicurezza, della salute e dell’ambiente, in modo da contribuire allo sviluppo sostenibile del pianeta.
Il Programma è attualmente adottato in Italia da 169 imprese (dato al 31/12/2016) associate a Federchimica, che con 28,6 miliardi di euro rappresentano il 55,4% del fatturato aggregato dell’industria chimica in Italia.

Per sicurezza, salute e ambiente le imprese aderenti a Responsible Care spendono ogni anno oltre il 2,6% del proprio fatturato e realizzano investimenti pari a circa il 20% del totale investito.

SICUREZZA

  • La chimica è uno dei settori manifatturieri con il minor numero di infortuni rapportato alle ore lavorate (migliore di quasi il 35% rispetto alle media manifatturiera).
  • Le imprese aderenti a Responsible Care rappresentano l’eccellenza del settore, con una performance migliore del 33% rispetto all’industria chimica nel suo complesso.
  • Gli infortuni sul lavoro sia delle imprese chimiche sia di quelle aderenti a Responsible Care si riducono costantemente negli anni.
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SALUTE

  • L’industria chimica è tra i settori manifatturieri con le migliori prestazioni in termini di incidenza di patologie connesse allo svolgimento di mansioni professionali in proporzione all’attività lavorativa effettuata (mediamente inferiore di circa il 45% rispetto alla industria manifatturiera).
  • L’andamento dell’Indice di Frequenza delle malattie professionali dell’industria chimica - pur caratterizzato da una variabilità anche significativa ma legata alle caratteristiche specifiche del parametro – è in continuo miglioramento (0,25 nel 2016 vs. 0,43 nel 2010).
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CONSUMI DI RISORSE

Materie prime di origine fossile ad uso feedstock

  • L’industria chimica ha costantemente ridotto i consumi di materia prima di origine fossile nel corso degli anni, passando dagli 8,3 Mtep del 1990 ai 5,5 Mtep del 2015.
  • Tale riduzione non è dovuta solamente ad un ciclo economico sfavorevole, ma ad un aumento complessivo dell’efficienza come dimostra l’indice dei consumi specifici (calcolato a parità di produzione) che si è ridotto del 24,6% nel periodo 1990-2015.
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Energia

  • L’industria chimica ha ridotto i consumi energetici in valore assoluto del 41,8% rispetto al 1990.
  • Il miglioramento è testimoniato dall’Indice di efficienza energetica (calcolato a parità di produzione) che migliora del 57,3% rispetto al 1990 e non è quindi solo dovuto al calo della produzione indotto dalla difficile congiuntura economica degli ultimi anni.
  • L’industria chimica è già in linea con gli obiettivi UE che impongono un incremento dell’efficienza energetica a livello comunitario del 20% al 2020 e del 27% al 2030.
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Consumi di acqua

  • L’acqua per usi industriali proviene solo per l’0,9% da acquedotto e per il 10,6% da pozzo (che sono le fonti più scarse e pregiate). Il restante quantitativo proviene da mare (77,1%) e da fiume (11,4%) e viene utilizzato per il raffreddamento degli impianti e quindi con un ridottissimo impatto ambientale.
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LE EMISSIONI DI GAS SERRA

  • L’industria chimica ha ridotto le emissioni di gas serra del 55% rispetto al 1990 e, anche in questo caso, è già in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea al 2020 (-20% a livello comunitario) e al 2030 (-40%).
  • Le emissioni specifiche, ossia calcolate a parità di produzione, si sono ridotte del 48,5%.
  • I miglioramenti ottenuti riguardano principalmente la CO2 e l’N2O. L’anidride carbonica si è ridotta grazie all’incremento di efficienza dei processi di combustione e al miglioramento del mix dei combustibili negli usi energetici (sostituzione olio combustibile con gas naturale maggiormente eco-compatibile); il protossido di azoto è diminuito grazie all’adozione di miglioramenti tecnologici di processo.
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Le altre Emissioni in atmosfera

  • Le altre emissioni in atmosfera presentano una tendenza in miglioramento non solo nei valori assoluti, ma anche nell’indicatore delle emissioni specifiche, ossia calcolate a parità di produzione; segno quest’ultimo di un miglioramento effettivo dei processi produttivi e delle prestazioni ambientali delle imprese chimiche.
  • Variazioni 2016 su 1989: NOx - 91%, SO-99%

GLI SCARICHI E LA QUALITÀ DEI CORPI IDRICI

  • Anche in questo caso le emissioni specifiche in acqua, calcolate cioè a parità di produzione, continuano a ridursi a dimostrazione di un miglioramento comunque effettivo delle prestazioni ambientali.
  • L’attenzione alla riduzione dell’immissione di inquinanti nei corpi idrici contribuisce al miglioramento della biodiversità dei corsi d’acqua dolce e del mare.
  • Variazioni 2016 su 1989: COD -80%, Azoto -70%

LA GESTIONE DEI RIFIUTI

  • Le imprese chimiche, quelle aderenti a Responsible Care in particolare, agiscono già secondo quanto previsto dal paradigma dell’Economia Circolare; prevengono per quanto possibile la produzione di rifiuti, destinano il 23% a riciclo e il 39% a ripristino ambientale, riccorrendo solo in minima parte allo smaltimento in discarica.
  • La produzione di rifiuti totale delle imprese aderenti a Responsible Care è stata nel 2016 di 1,2 Mt contro le 1,3 Mt del 2015 e le 1,5 Mt del 2014. La percentuale di rifiuti pericolosi sul totale è pari al 31,7% nel 2016.
RC2017 tav 33

Scarica il 23 Rapporto Responsible Care - 2017

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