Periferie urbane, come valorizzarle attraverso nuove tecnologie e coesione sociale

20 giugno 2018

Il tema delle periferie urbane ha visto negli ultimi anni un impegno crescente di amministratori locali, organizzazioni non-profit, fondazioni private e imprese per individuare formule capaci di rigenerare luoghi e comunità ai margini, nella consapevolezza che solo crescendo tutti insieme si cresce davvero. 

La Prima Conferenza Nazionale sulle Periferie Urbane, Dieci, Cento, Mille Centri, che si è svolta oggi presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo, ha avuto l’obiettivo di valorizzare i casi di successo nella città di Milano, in dialogo con altre esperienze nazionali ed europee, affinché una rete di attori sociali, pubblici e privati, possa costruire una visione condivisa e una strategia praticabile condividendo i risultati conseguiti. L’auspicio è che questo scambio agevoli la circolazione dei saperi, ma anche l’integrazione di approcci valoriali e operativi.

La Conferenza, organizzata da Fondazione Bracco, con la partecipazione del Comune di Milano e la collaborazione di Fondazione Cariplo e SC-Sviluppo Chimica, controllata di Federchimica, si è conclusa con il messaggio dell’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, da sempre impegnato sul tema dello sviluppo delle periferie nel rispetto della dignità umana e con il passaggio del testimone tra Milano e Palermo, città che ospiterà la prossima l’edizione 2019 della Conferenza Nazionale sulle Periferie Urbane.

Aprendo i lavori il Sindaco Giuseppe Sala, ha affermato: “Ora più che mai fare politica è occuparsi delle periferie delle città e questa è una priorità anche per Milano. Per molto, troppo tempo, lo sviluppo urbano ha riguardato solo piccole aree interessate da grandi investimenti e progetti che ne hanno permesso la crescita e la riqualificazione. Questo però ha creato discontinuità tra quartieri nuovi e vecchi che è necessario colmare affinché non ci si trovi di fronte a una città che viaggia a due diverse velocità dal punto di vista urbanistico, ma anche sociale. I quartieri sono case da ristrutturare e spazi da riqualificare, ma anche cittadini a cui dare delle riposte certe e in tempi brevi. Con il nostro nuovo Piano di Governo del Territorio e con il Piano periferie ci stiamo impegnando con risorse e progetti a raggiungere questo obiettivo. L’orizzonte che ci siamo dati è il 2030, un traguardo apparentemente lontano, ma che in realtà è molto più vicino di quanto si pensi”.

“Dobbiamo essere tutti consapevoli che se non si interviene nel tessuto urbano delle nostre periferie i problemi degenerano in modo drammatico, come testimonia la storia recente di tante metropoli europee”, ha affermato Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco. “Forti di questa consapevolezza e del nostro impegno concreto, ci siamo fatti promotori di questa conferenza. Oggi c’è bisogno di una pluralità di attori, che agiscano in rete ed è per questo che abbiamo promosso quattro sessioni tematiche dedicate a tecnologia, industria, non profit e finanza sociale. Esiste un costo del NON fare nel sociale”, ha concluso Diana Bracco. “Agendo in modo preventivo e inclusivo, si garantiscono accoglienza e opportunità ma anche un ritorno umano ed economico”.

“Le periferie hanno un grande potenziale inespresso che confidiamo di riuscire a fare emergere con Lacittàintorno." ha affermato Sergio Urbani, Direttore Generale di Fondazione Cariplo. "Ricostruire le periferie non vuol dire dedicarsi solo ai muri delle case o degli immobili, vuol dire soprattutto ricucire le relazioni. La parola d’ordine è Comunità. Nei quartieri delle nostre città vivono associazioni e gruppi informali che, spesso tra mille difficoltà, si prendono cura dei beni comuni. La loro azione si fonda sul protagonismo delle persone e sul valore dei legami e si ispira all’idea, necessaria e potente, di una società della cura. Lacittàintorno entra nei quartieri e coinvolge queste preziose scintille nella riattivazione di spazi inutilizzati, nella creazione di orti e giardini condivisi e, a tendere, nello sviluppo di progettualità tese a rendere i quartieri più belli, sicuri e inclusivi”.

Andreas Krüger della Belius GmbH di Berlino portando l’esempio della città tedesca, ha focalizzato il suo intervento sulle metropoli che oggi hanno bisogno di strategie sociali e spaziali completamente nuove. “Dovremmo avere il coraggio di rivolgere il nostro sguardo verso le opportunità piuttosto che temere i pericoli”, ha affermato. “Non è mai stato così semplice attivare le persone per la creazione di idee e soluzioni reali per creare luoghi forti con l’essere umano al centro. Si tratta di abbassare le barriere mentali. Questo, forse, potrebbe portare ad un Codice di Milano di sviluppo urbano”.

Che cosa è la periferia? Come si definisce questa parola che sembra avere in sé le connotazioni più negative? Se lo è chiesto Ottavio Di Blasi, ODB-Ottavio Di Blasi & Partners e Tutor del gruppo di lavoro G124 – Senatore Renzo Piano, nel suo intervento. “Le periferie sono la sfida delle città del XXI secolo”, ha sostenuto. “Proprio perché le risorse economiche disponibili sono poche, bisogna investire nelle periferie già esistenti senza crearne di nuove, ma avendo il corretto atteggiamento del rammendo urbano. Le periferie infatti non sono 'altro' rispetto alla città, esse sono la città”. Di Blasi ha portato anche l’esempio dei progetti innovativi sviluppati sul territorio milanese: Laboratorio di Quartiere Ponte Lambro e G124 al Giambellino.

“Esiste una correlazione diretta tra livello di disuguaglianze e competitività: quanto più un territorio riesce a contenere le disuguaglianze e ad assicurare in modo diffuso una buona qualità della vita alle persone che vi abitano, tanto più quel territorio è competitivo e quindi in grado di contribuire alla competitività delle imprese stesse che vi operano”, ha affermato Adriana Spazzoli, Presidente di Fondazione Sodalitas. “Le partnership multistakeholder rappresentano l’approccio distintivo con cui le imprese possono contribuire a ridurre il livello di disuguaglianze per rendere il territorio, e le aree urbane in particolare, più competitive. Non dimentichiamoci che in Italia il 36% della popolazione vive in 14 città metropolitane. Con CRESCO Award-Città sostenibili, Fondazione Sodalitas e ANCI sono impegnate a promuovere partnership Impresa-Comune per lo sviluppo del territorio”.

“Le istituzioni internazionali prevedono per i prossimi decenni una crescita demografica ed economica”, ha spiegato Andrea Bairati di SC-Sviluppo Chimica, società di servizi controllata da Federchimica, che è in larga misura una questione urbana e perciò, anche se non solo, una “questione delle periferie”. La pianificazione strategica di questo processo, la rigenerazione di questa nuova trama fisica e immateriale, secondo logiche non casuali e caotiche, ma nell’impronta della qualità, della sostenibilità, della protezione del suolo e dei suoi valori, nonché della convergenza e coesione sociale, è decisiva per le nostre comunità.

“Il concetto di innovazione sociale è diventato un importante tema di attualità”, ha affermato Mauro Bombacigno, Direttore company engagement di BNP Paribas Italia. “Alcuni dei principali gruppi finanziari mondiali, tra cui BNP Paribas, che ha stanziato 155 miliardi di euro in progetti che contribuiscono direttamente al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, hanno assunto una posizione molto forte su questi temi. La parola chiave è sostenibilità: senza di essa un’impresa, una società, un Paese mina le basi del proprio futuro. Compito di queste istituzioni è di lavorare insieme per produrre forme nuove di cooperazione. In questo senso, strumenti come i Social Impact Bonds (SIB), i Development Impact Bonds (DIB) ed i Contratti ad impatto sociale (CIS), sono il modo in cui attori finanziari privati possono contribuire allo sviluppo sostenibile”.

“Talvolta la supremazia del recupero fisico degli spazi, rinvia al dopo la definizione delle funzioni, l’attenzione ai meccanismi gestionali e alle architetture di governance, l’attivazione delle comunità di prossimità e di quelle dei saperi capaci di suggerire ed attivare servizi e a produrre il senso dei luoghi”, ha affermato Ilda Curti di Lacittàintorno di Fondazione Cariplo. “Ma spesso irrompono sulla scena urbana nuovi soggetti sociali, frammenti di nuovo civismo, giovani creativi, professionisti precari, comunità latenti - che usano gli spazi e li trasformano in luoghi. Si prendono cura delle relazioni sociali, intorno e dentro i luoghi. Hanno motivazioni civiche che li rendono tenaci e testardi nell’immaginare futuro agendo quotidianamente tra difficoltà, procedure, stop-and-go autorizzativi, difficoltà di accesso al credito e di pianificazione finanziaria”.

Durante i lavori, sono stati portati molti esempi concreti di interventi realizzati in città italiane e straniere. 
Fondazione Bracco ha presentato lo studio d’impatto su “Oltre i Margini”, il progetto che la Fondazione ha sviluppato nel comune di Baranzate, periferia nord di Milano, insieme all’Associazione di Promozione Sociale “La Rotonda”. L’obiettivo è capire l’effettivo ritorno sociale degli investimenti fatti in quest’area. Il progetto è stato sviluppato su tre filoni di attività: lavoro, salute e contrasto alla povertà educativa. I risultati pubblicati parlano chiaro: il 76% dei rispondenti riscontra un miglioramento della propria salute e il 61% ne è più consapevole. Il 90% dei rispondenti vede un netto miglioramento delle competenze interculturali e ha migliorato le condizioni abitative. E a livello di lavoro l’occupazione è aumentata del 5% grazie alla crescita della sartoria Fiori all’Occhiello. Forte dei risultati dello studio d’impatto, e a fronte di un progetto di sviluppo proposto da Don Paolo dell’Associazione La Rotonda, Fondazione Bracco ha deciso di investire a Baranzate ulteriori importanti risorse per la creazione di una nuova infrastruttura sociale: un grande spazio polifunzionale destinato alla comunità e non solo.

Tra le best practice presentate alla Conferenza, figura il progetto Lacittàintorno di Fondazione Cariplo, un’iniziativa dedicata alla rigenerazione urbana e al miglioramento della qualità della vita nelle zone periferiche. Il programma si realizza a Milano nelle aree pilota di Via Padova-quartiere Adriano e Corvetto-Chiaravalle dove coinvolge la comunità, tra ricerca, interventi nelle scuole, percorsi di cittadinanza attiva e di animazione culturale, creazione di orti e giardini condivisi e rilancio del commercio di vicinato come preludio alla riattivazione di spazi inutilizzati da trasformare in risorse per il quartiere: si prevede infatti l’avvio dei “Punti di comunità”, luoghi dalle molteplici funzioni sociali e culturali, nuovi centri di relazioni, idee e servizi.  

Tra le innovative esperienze di partenariato pubblico e privato, è stato presentato ciò che sta nascendo a Quarto Oggiaro dove l’Associazione Man.Se.F. (Management Senza Frontiere) e SC-Sviluppo Chimica/Federchimica hanno promosso e costituito "l’Associazione Quarto C'è". L’obiettivo è quello di generare lavoro dignitoso e retribuito, intorno a CasArché grazie all’attrazione e costituzione di piccole imprese (una clonata sull'analoga esperienza del quartiere degradato di Malden a Boston, nello "Street Foods", già costituita) e a corsi di formazione.


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