Il Foglio
19 aprile 2020
Di Antonio Pascale - Da passionario difensore della scienza capisco chi è spiazzato dalle sue divisioniIn quinta elementare il maestro ci consegnò metro, livella e ci chiese di misurare l’aula. Strano a dirsi, gli strumenti erano sempre quelli, ma vennero fuori discrepanze, dovute a nostri errori di impazienza e sciatteria.
A parte che non ho mai dimenticato le tre emozioni, la meraviglia di guardare la mia aula con occhi diversi (basta un metro per cambiare punto di vista), le discussioni creative (dove conviene cominciare) e la paura di sbagliare anche di qualche millimetro, ma a parte questo, sarò sempre grato al maestro perché mi ha introdotto, con un gioco, al metodo scientifico.
Una salutare iniezione di umiltà. Voglio dire c’è chi pensa che il bicchiere sia mezzo pieno perché quel giorno è contento, chi al contrario è malinconico e lo vede vuoto.
Uno scienziato (in genere) prima misura (e ci vuole tempo) poi trae delle conclusioni e spesso lavora il doppio (e da qui l'umiltà) quando le sue ipotesi non trovano conferma nei dati. ...
Leggi l'articolo