Il Foglio
26 aprile 2020
Di Antonio Pascale - Lasciamo ai giornaletti le immagini dei contadini sorridenti sotto le querceC'è qualcosa di più ingiusto e classista nella frase: braccia rubate all’agricoltura? Oppure in: vai a zappare. Le abbiamo usate spesso, viziosamente, accusando ora quello o questo di cafonaggine o altro, e il tutto mentre discutevamo in ristoranti più meno raffinati o litigavamo davanti a un banco di colorate primizie orticole. Una generazione di benestanti, benpensanti, che mangia, consuma, prega e spera, a volte spreca.
Poi paciosamente relega (non tanto) simbolicamente il contadino (l’artefice di MasterChef, cioè del magnifico Paese di Bengodi, mai visto prima) nella classe sociale più spenta e muta: vai a zappare, va!
Ora, in piena crisi, in questa parte del mondo confusa e intimorita, piena di sensi di colpa verso le gesta umane, riscopriamo il valore di chi zappa. Anzi, ci diciamo: visto che stiamo con le mani in mano, ci diamo appuntamento nei campi? Niente di più sbagliato ...
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