Responsible Care: il bilancio di sostenibilità dell'industria chimica in Italia

03 novembre 2020

Un’industria indispensabile e da lungo tempo orientata alla sostenibilità: è il ritratto che emerge dai dati del 26esimo Rapporto Responsible Care, il programma volontario mondiale che, per la Chimica in Italia, è curato da Federchimica.

“Seppure in un clima di grave preoccupazione e incertezza, ritengo sia significativo condividere i risultati conseguiti dall’industria chimica in termini di sostenibilità – ha premesso Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica.

“Anche quest’anno i dati sono molto positivi e incidono sulle prestazioni, già eccellenti, ottenute nella tutela di salute, sicurezza e ambiente; in tutti questi ambiti, e non solo, ci posizioniamo ai più alti livelli rispetto alla media manifatturiera”.

Secondo il Rapporto, l’industria chimica si conferma un comparto virtuoso nella sicurezza e nella salute dei dipendenti, con un bassissimo numero di infortuni e malattie professionali che, rispetto alle ore lavorate, sono diminuiti al ritmo medio annuo rispettivamente del 3,7% e del 5,4% dal 2010.

Sotto il profilo ambientale, il settore è già in linea con gli obiettivi dell’Unione europea sui cambiamenti climatici al 2020 e al 2030. Rispetto al 1990, ha ridotto i gas serra del 54% e l’efficienza energetica è migliorata del 49% rispetto al 2000. Le emissioni in atmosfera e gli effluenti negli scarichi idrici si sono drasticamente ridotti del 97% e del 77%.

L’industria chimica è fortemente impegnata nel perseguimento dell’economia circolare: lo testimonia, ad esempio, la quantità di rifiuti generati a parità di produzione, diminuita del 7,7% rispetto al 2017; il riciclo è tra le prime modalità di smaltimento (26,8% in netto aumento) e solo per il 4,8% si ricorre alla discarica.

“Il nostro impegno, comunque, non si ferma: l’industria chimica continua, oggi e in futuro, a investire in sostenibilità per confermarsi infrastruttura tecnologica a favore delle filiere a valle, senza penalizzare, anzi aumentando, la produttività”.

Nel lockdown di primavera l’industria chimica non ha fermato la produzione “a riprova – ha commentato Lamberti – di quanto i nostri prodotti siano essenziali e, in moltissimi casi, decisivi per affrontare la pandemia: forse, per la prima volta da molto tempo, tutti abbiamo compreso l’indispensabilità della Chimica per la salute anzitutto, ma anche per il benessere e la qualità della nostra vita.

“Questa nuova consapevolezza deve essere valorizzata con una politica industriale strutturata sul medio/lungo periodo, basata su ricerca, sviluppo e innovazione, che tuteli la competitività delle nostre imprese e di tutti i – tantissimi – settori manifatturieri che basano la proprie performance di prodotto sulla qualità innovativa della Chimica”.

“Lo sviluppo sostenibile, di cui l’industria chimica si dimostra pioniera nei fatti, si confermerà uno dei principali motori di innovazione e cambiamento del post-Covid: basti pensare alle politiche dell’Unione europea sul Green Deal oppure al Recovery Fund, che pone tra i requisiti degli stanziamenti la lotta ai cambiamenti climatici, l’economia circolare, la transizione verso forme di energia più pulite.

“Il 2021 e gli anni a venire - ha concluso Lamberti - sono difficili da immaginare oggi: la speranza è poter tornare al più presto a una solida ripresa economica, che possa anche dare una forte accelerazione verso lo sviluppo sostenibile e la digitalizzazione. Serve uno sforzo congiunto e un impegno continuo: l’industria chimica è pronta a fare la propria parte”.

Nel suo intervento conclusivo Franco Bettoni, Presidente INAIL, ha dichiarato: “L’Istituto crede fortemente nella validità della collaborazione con Federchimica".

“Con la sottoscrizione dell’ultimo Protocollo d’intesa, siglato a dicembre 2019, gli impegni presi da INAIL e Federchimica risultano rafforzati attraverso la realizzazione, entro il 2022, di nuovi progetti di elevato interesse per le imprese chimiche per diffondere la cultura della prevenzione e della sicurezza in modo pervasivo.

Le attività dell’Istituto, nell’ambito dell’accordo, continueranno a puntare su una serie di elementi: analisi statistica; valorizzazione delle buone pratiche di comportamento affinché non vengano sottovalutati i rischi lavorativi; raccolta dei dati legati ai “quasi incidenti”; utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare l’individuazione delle cause di pericolo e un rafforzamento delle iniziative di informazione e formazione”.

“Nella fase post-covid - ha concluso Bettoni - dobbiamo mettere in campo azioni qualificanti: accompagnare il lavoratore nei percorsi professionali, porre al centro della cultura aziendale la sicurezza dei lavoratori, rivitalizzare il dialogo sociale, incentivare una crescita economica rispettosa dell'ambiente e adottare efficaci strategie di prevenzione per contrastare gli infortuni sul lavoro”.

Sono intervenuti: Raffaele Cattaneo, Assessore all’Ambiente e Clima Regione Lombardia; Marco Falcinelli, Segretario Generale FILCTEM-CGIL; Filippo Servalli, Presidente Programma Responsible Care Federchimica.

 

Il 26° Rapporto Responsible Care è disponibile al seguente LINK 

PREMIO RESPONSIBLE CARE 2019 PER I MIGLIORI PROGETTI DI SOSTENIBILITÀ

  • BASELL POLIOLEFINE S.r.l. per il progetto: MoReTec - Tecnologia per il riciclo molecolare della plastica
    Uno dei progetti di LyondellBasell per uno sviluppo sostenibile dell’industria della plastica. L’obiettivo ambizioso è quello di utilizzare, in ottica di economia circolare, una frazione mista dei processi di selezione post-consumo ricca di poliolefine e produrre nuovi e performanti materiali plastici. La tecnologia MoReTec per il riciclo chimico della plastica si fonda sull’integrazione del processo di pirolisi con il cracker. Il progetto, sviluppato su scala internazionale da LyondellBasell, vede coinvolto con un ruolo di grande rilievo il sito e il Centro Ricerche Giulio Natta di Ferrara, che ha realizzato il mini impianto pilota, chiamato MR6, per testare i catalizzatori e validare il processo di pirolisi.

  • HENKEL ITALIA S.r.l. per il progetto: Lo sviluppo e l’utilizzo di imballaggi sostenibili

    Henkel Italia ha eliminato il colore bianco degli imballaggi della bottiglia di un detersivo per  piatti, passando ad una bottiglia completamente trasparente. Il PET trasparente è, fra le diverse tipologie di plastiche, quello che dà le più concrete opportunità di avviare un’economia circolare. I materiali colorati (e bianchi) hanno delle limitazioni e possono essere riutilizzati solo in casi specifici. Per questo la Divisione Detergenza di Henkel sta modificando alcuni dei suoi flaconi per introdurre il PET trasparente. Il nuovo flacone, infatti, consente d’immettere nei flussi di riciclo più di 600 tonnellate di PET all’anno. Queste si uniscono alle oltre 1.100 tonnellate di PET impiegate per altri prodotti, per un totale di oltre 1.700 tonnellate di ottima plastica da riciclare interamente più e più volte.

  • ROELMI HPC S.r.l. per il progetto: Linea di esteri sostenibili, biodegradabili e da fonte rinnovabile di origine locale
    ROELMI HPC, all’interno di un modello di business sempre più in linea con i principi dell’economia circolare, ha dato vita ad una linea di esteri cosmetici con materie prime da fonti rinnovabili di origine locale caratterizzati dal massimo rispetto della biodiversità, biodegradabilità testata e nessuna competizione con l’industria agroalimentare.
    Attraverso una partnership industriale, la catena di fornitura si basa su coltivazioni che permettono lo sviluppo dell’agricoltura locale, la valorizzazione del territorio e la conseguente riqualifica di terre marginali.

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