"Le grandi emergenze che ci stanno accompagnando dimostrano che il modo più sintetico e concreto per definire la Chimica (e, implicitamente, la sua industria) è quello di considerarla come ‘materia prima’."
Con queste parole del Presidente Paolo Lamberti si apre il Rapporto sull'Industria Chimica in Italia 2021-2022 disponibile anche online.
Il Rapporto è la pubblicazione che ogni anno Federchimica rende disponibile in occasione dell'Assemblea e affronta tutti i temi di maggiore attualità per il settore, dalle tendenze economiche agli aspetti tecnico-scientifici, ambientali e sociali, con brevi sintesi anche sui singoli settori.
"Siamo materia prima e primaria perché ci collochiamo a monte di moltissime filiere e concorriamo, in maniera più o meno determinante, alla composizione di tutti i prodotti.
Lo si è dimostrato in modo evidente durante la pandemia, quando la quasi totalità dei nostri stabilimenti non ha mai cessato l’attività: senza industria chimica si ferma la produzione manifatturiera.
Siamo un settore indispensabile per far fronte alle sfide future: cambiamenti climatici e tutela dell’ambiente ma anche necessità di sfamare una popolazione mondiale in decisa crescita, tutto secondo principi di sostenibilità e circolarità.
Siamo - ma dovremmo esserlo ben di più - prioritari nelle scelte di politica industriale: perché è dalla Chimica che parte l’impulso più decisivo al progresso tecnologico, grazie alla nostra vocazione alla ricerca e all’innovazione.
Siamo una materia di studio che dà modo a tanti giovani di intraprendere percorsi di carriera in ruoli essenziali, ben retribuiti, in ambienti di lavoro sicuri.
In definitiva, la Chimica è materia prima perché tutto è Chimica: assunzione che dovrebbe essere ovvia e che invece ancora fatica, molte volte, ad essere accettata.
Continuiamo a scontrarci col vetusto pregiudizio che contrappone il chimico al naturale, laddove quest’ultimo è il buono e l’altro è il cattivo. Per quanto l’indispensabilità della Chimica sia dimostrata in moltissimi ambiti, a partire dalla vita quotidiana, sono ancora tanti i dubbi, i falsi miti, le fake news che ci riguardano e che noi cerchiamo di smontare coi fatti concreti e scientificamente fondati.
Un tema che emerge in modo prepotentemente critico è oggi quello dell’energia.
L’industria chimica è il primo settore industriale per consumo di gas e il secondo per consumo di energia elettrica; i problemi del settore impattano inevitabilmente sulle filiere a valle: agricoltura, edilizia, sanità, settori del Made in Italy e molti altri. La crisi del gas, per la sua natura altamente asimmetrica, grava pesantemente sulla competitività delle imprese italiane con effetti negativi in termini di quote di mercato e di redditività in una fase in cui le imprese sono fortemente impegnate ad investire per rendere possibile la transizione ecologica.
L’impegno dell’industria chimica, che negli ultimi trent’anni ha quasi dimezzato i consumi di energia e aumentato di oltre un terzo l’efficienza energetica delle sue attività produttive, assume oggi una valenza non solo in termini di lotta ai cambiamenti climatici, ma anche di resilienza, alla luce della drammatica crisi energetica che stiamo vivendo.
In un mondo di incertezza, solo una cosa è certa: l’industria chimica è quella che sta affrontando, e dovrà affrontare, il maggior numero di importanti normative sui vari temi della sostenibilità.
Questo Rapporto ha anche la finalità di illustrare l’importanza del rapporto associativo, in particolare in un settore che tanto dipende dalle condizioni esterne, quelle su cui l’impresa da sola poco può fare.
Ma in questa fase così difficile emerge un valore fondamentale dell’associazionismo: l’esperienza passata e la realtà attuale conferma che Federchimica, così come l’hanno voluta e costruita le sue imprese associate, è un grande supporto per operare in un mondo sì di diritti, ma anche di doveri.
Diritti da esigere insieme in modo trasparente e propositivo. Doveri da vivere insieme, cioè con più forza e più risultati concreti."
Buona lettura!