Francesco Buzzella: “Le ricadute positive del settore vanno oltre i numeri generando una pluralità di valori fondamentali per il futuro del Paese. Per garantire competitività e non correre il rischio di una desertificazione industriale – italiana ed europea – serve, però, intervenire su costo dell’energia, semplificazione, transizione ambientale”.
“La chimica dei valori è il titolo scelto per accompagnare l’edizione 2025 della nostra Assemblea pubblica. In un mondo in subbuglio, alla ricerca di nuovi equilibri geopolitici, economici, finanziari e purtroppo anche militari, i nostri valori sono la bussola indispensabile per navigare in acque incerte”.
Così Francesco Buzzella, Presidente di Federchimica, la Federazione nazionale dell’Industria Chimica, in apertura dell’annuale Assemblea pubblica, tenutasi oggi al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano.
Nonostante lo scenario critico nel quale si trova ad agire, l’industria chimica continua a creare contemporaneamente valore economico, ambientale e sociale, grazie ad uno sforzo di trasformazione determinato e costante nel tempo, che promuove il pensiero scientifico. Un approccio che ha consentito di dar vita ad una identità evoluta della chimica.
La chimica è fondamentale per la transizione ambientale: ha abbattuto negli ultimi trent’anni il 70% delle emissioni dirette di gas serra e dimezzato i consumi energetici. Il riciclo è diventato inoltre la prima modalità di smaltimento dei rifiuti prodotti, toccando la metà del totale e facendo dell’Italia un riferimento internazionale.
Il settore impiega oltre 113.000 addetti altamente qualificati: i laureati sono il 27%, il doppio rispetto alla media del manifatturiero. Si è davanti a una creazione di valore sociale a cui contribuiscono il sistema partecipativo di relazioni industriali e un contratto collettivo nazionale di lavoro rinnovato quest’anno, prima della naturale scadenza, che garantiscono pace sociale nelle imprese e benessere per le persone che vi lavorano.
Considerando il valore economico, con 65 miliardi di euro di fatturato nel 2024, la chimica è la quinta industria del Paese e il terzo produttore europeo. Conta più di 2.800 imprese, di cui il 70% PMI. La chimica è presente nel 95% dei manufatti e ha un effetto pervasivo e moltiplicatore su tutta l’economia: ogni 100 euro di valore aggiunto nella chimica ne attivano ulteriori 232 lungo tutte le filiere.
Nel contesto attuale, caratterizzato da incertezza, tensioni geopolitiche, scarsa competitività e debolezza generale della domanda industriale, per il settore chimico si prospetta il quarto anno consecutivo di calo di produzione: -1,5% per il 2025.
“A stravolgere il paradigma delle consolidate sicurezze europee provvedono anche Stati Uniti e Cina” ha precisato Buzzella. “Da un lato la nuova ondata di protezionismo americano, con i dazi che incidono in maniera consistente sul nostro settore (l'export supera i 40 miliardi di euro e gli Stati Uniti rappresentano il quarto mercato di esportazioni, con una quota del 7%) da sempre caratterizzato da una forte internazionalizzazione. Dall’altro la sovracapacità produttiva della Cina che opera in un contesto tale da beneficiare di una asimmetria competitiva, tanto che dal 2021 ai primi otto mesi del 2025 la quota cinese sull’import italiano di chimica è passata dal 6 al 17%”.
“La chimica è quindi un vero e proprio motore di sviluppo per il benessere collettivo e la crescita del Paese. Per tutelarne la competitività – ha chiarito Buzzella nella sua relazione – serve intervenire su costo dell’energia, transizione ambientale e semplificazione, condizioni necessarie per evitare il rischio di una desertificazione industriale”.
Per l’industria chimica il tema dell’energia è prioritario: il nostro è uno dei settori più sensibili al suo costo, in quanto utilizza le fonti fossili sia a fini energetici sia come materia prima: nell’Unione europea il prezzo dell’energia è più elevato rispetto ad altre aree economiche rilevanti, determinando un contesto comunitario sfavorevole. Particolarmente critica è la situazione italiana, per la quale i prezzi dell’energia elettrica sono i più alti in Europa.
“Per contrastare il processo di deindustrializzazione già in atto, è necessario un quadro normativo che premi la neutralità tecnologica: non esistono fonti buone o cattive per definizione. L’innovazione permetterà di utilizzarle tutte in modo più sostenibile” ha commentato Buzzella.
“Le opportunità offerte dal “Clean Industrial Deal” e dal “Piano di Azione per l’Industria Chimica Europea” sono troppo importanti per essere sprecate. Il Governo deve supportare l’industria chimica in questo percorso, con l’obiettivo comune di perseguire un’economia sostenibile, competitiva e con una solida prospettiva di crescita”.
L'industria chimica è fra i settori manifatturieri più normati. La semplificazione è una necessità sia sulle procedure nazionali sia su quelle europee. I tempi di autorizzazione per impianti e prodotti pongono spesso la nostra industria fuori dalla competizione rispetto al mercato europeo e internazionale e riducono l’attrattività degli investimenti nel Paese. Serve un quadro normativo che sappia accompagnare la trasformazione industriale e ambientale con strumenti semplici, chiari e accessibili.
Queste le istanze sulle quali imprese e istituzioni possono operare insieme con pragmatismo per la tutela del settore e garantire così un ritorno alla competitività.
“Oggi ci troviamo davanti ad una duplice esigenza: presidiare la realtà e inventarsi il domani. Per farlo occorre essere consapevolmente soggetti di movimento che sappiano interpretare le incertezze e cogliere anche le opportunità, individuando le risposte necessarie per l’oggi, ma anche quelle per il prossimo domani. Ci si trova dunque a dover scegliere di andare oltre nell’intuizione, nel pensiero e nell’azione. Questo vale certamente per l’impresa come per le istituzioni e i soggetti della rappresentanza, ma anche per le singole persone che entrano in un atteggiamento positivo del farsi continuo. Investire oggi con coraggio significa costruire il nostro domani, sul piano aziendale, istituzionale e personale” ha concluso il Presidente di Federchimica Francesco Buzzella.
Nel corso dell’Assemblea sono intervenuti Raffaele Fitto, Vicepresidente esecutivo per la Coesione e le riforme della Commissione europea; Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Giovanna Iannantuoni, Presidente Fondazione Bicocca; Massimo Polidoro, divulgatore scientifico; Chicco Testa, Esperto di energia e ambiente; Antonella Sberna, Vicepresidente del Parlamento europeo; Tommaso Foti, Ministro per gli Affari Europei, Il PNRR e le Politiche di Coesione ed Emanuele Orsini, Presidente Confindustria.