Le imprese chimiche sono consapevoli che, per alimentare la competitività del settore e affrontare con successo la transizione ecologica, la ricerca riveste un ruolo essenziale.
L'Europa è tra le regioni leader per spesa in R&S nel settore chimico, classificandosi come il secondo maggiore investitore regionale nel settore chimico (in termini di spesa in R&S in percentuale sul totale delle vendite chimiche), dopo gli USA. Inoltre, gli addetti dedicati alla ricerca sono il 6,3% a fronte di una media manifatturiera pari al 4,2%.
La chimica europea investe in R&S oltre 10 miliardi di euro e, dopo i segnali di ripiegamento mostrati nei due anni precedenti, l’intensità di ricerca nel 2023 ha invertito la rotta con, seppure deboli, indicazioni di crescita. Le nuove frontiere tecnologiche (quali la chimica circolare, le nanotecnologie e le biotecnologie) contribuiranno sempre più a dare nuovo slancio alla ricerca.
Di fatto, l’Europa è pioniera di innovazione nel settore chimico, con circa 6.000 brevetti concessi nel 2024 dall’Ufficio Europeo dei Brevetti e attiva anche all'estero, classificandosi al secondo posto per brevetti chimici concessi negli Stati Uniti nel 2024.
Anche la Cina punta a rafforzare la sua capacità innovativa: le spese di R&S superano i 17 miliardi di euro, ma con un’incidenza sul fatturato decisamente inferiore alla media europea (0,8% contro 1,6%).