Nel 2023 gli acquisti di materie prime e semilavorati hanno rappresentato il 62% del valore della produzione dell’industria chimica, mentre le spese per i servizi (energia inclusa) il 18%. Il valore aggiunto generato è risultato pari al 20% del valore della produzione, ripartito tra spese per il personale (10%) e MOL (10%).
La struttura del conto economico consente di individuare la rilevanza dei diversi fattori di competitività ma, al tempo stesso, di mettere in luce il contributo della chimica al benessere collettivo. Dato che la ricchezza, per poter essere distribuita, deve prima essere generata, la competitività ha valore sociale.
L’industria chimica intrattiene relazioni con un’ampia varietà di Attori sociali: il valore economico complessivamente distribuito alla collettività supera i 61 miliardi di euro. Grazie a livelli di produttività dell’80% superiori alla media manifatturiera, le imprese riconoscono ai loro lavoratori oltre 6 miliardi di euro. Gli acquisti di beni e servizi da altre imprese ammontano a 54 miliardi di euro. La chimica contribuisce al bilancio pubblico e all’offerta di servizi ai cittadini, versando tributi per 1 miliardo di euro ai quali si aggiunge quasi 1 miliardo di imposte e oneri sociali connessi alle spese per il personale. Il valore economico trattenuto – pari a 5,8 miliardi di euro – finanzia gli investimenti, essenziali per assicurare un futuro al settore e al Paese, anche in relazione alla transizione ecologica.