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L'INDUSTRIA CHIMICA IN CIFRE

Dati e analisi per conoscere meglio l'industria chimica

L'obiettivo è rendere disponibili, in modo semplice, le informazioni necessarie per la comprensione delle problematiche dell'industria chimica, del suo ruolo e dei suoi trend evolutivi nel mondo e in Italia. Ogni sezione tratta un argomento specifico accompagnando al testo alcune tavole.

La competitività ha valore sociale e dipende dal Sistema Paese

La competitività dell’industria chimica è molto sensibile alle condizioni esterne all’impresa, cioè al cosiddetto Sistema Paese che sempre più non coinvolge solo l’Italia ma anche l’UE.

Come oltre venticinque anni fa l’economista statunitense Michael Porter scriveva “nel mercato globale non si fanno concorrenza solo le imprese ma anche le Nazioni”: in altre parole, le condizioni di competitività esterne alle imprese sono molto rilevanti per le scelte di localizzazione.

Normative e Pubblica Amministrazione, costo dell’energia, infrastrutture e logistica, ricerca e sistema formativo sono tutti fattori che – se carenti nel confronto internazionale –danneggiano la competitività delle imprese chimiche.

Questi aspetti assumono anche maggiore rilevanza alla luce dei profondi mutamenti e degli ingenti investimenti necessari a realizzare la transizione ecologica. Si stima che la transizione ecologica dell’industria chimica in Italia richiederà quasi 20 miliardi di investimenti aggiuntivi entro il 2050 (il 40% in più rispetto alla media del periodo 2016-2020) e, considerando anche i costi operativi, si superano i 30 miliardi.

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Nel 2023 gli acquisti di materie prime e semilavorati hanno rappresentato il 62% del valore della produzione dell’industria chimica, mentre le spese per i servizi (energia inclusa) il 18%. Il valore aggiunto generato è risultato pari al 20% del valore della produzione, ripartito tra spese per il personale (10%) e MOL (10%).

La struttura del conto economico consente di individuare la rilevanza dei diversi fattori di competitività ma, al tempo stesso, di mettere in luce il contributo della chimica al benessere collettivo. Dato che la ricchezza, per poter essere distribuita, deve prima essere generata, la competitività ha valore sociale.

L’industria chimica intrattiene relazioni con un’ampia varietà di Attori sociali: il valore economico complessivamente distribuito alla collettività supera i 61 miliardi di euro. Grazie a livelli di produttività dell’80% superiori alla media manifatturiera, le imprese riconoscono ai loro lavoratori oltre 6 miliardi di euro. Gli acquisti di beni e servizi da altre imprese ammontano a 54 miliardi di euro. La chimica contribuisce al bilancio pubblico e all’offerta di servizi ai cittadini, versando tributi per 1 miliardo di euro ai quali si aggiunge quasi 1 miliardo di imposte e oneri sociali connessi alle spese per il personale. Il valore economico trattenuto – pari a 5,8 miliardi di euro – finanzia gli investimenti, essenziali per assicurare un futuro al settore e al Paese, anche in relazione alla transizione ecologica.

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