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L'INDUSTRIA CHIMICA IN CIFRE

Dati e analisi per conoscere meglio l'industria chimica

L'obiettivo è rendere disponibili, in modo semplice, le informazioni necessarie per la comprensione delle problematiche dell'industria chimica, del suo ruolo e dei suoi trend evolutivi nel mondo e in Italia. Ogni sezione tratta un argomento specifico accompagnando al testo alcune tavole.

Normative inutilmente complesse e inefficienze della Pubblica Amministrazione

Pur essendo assolutamente condivisibili gli obiettivi di tutela di sicurezza, salute e ambiente, i 3.500 provvedimenti legislativi a livello comunitario – di cui più di 1.000 introdotti negli ultimi 5 anni – testimoniano una tendenza allo sviluppo di una sempre maggiore   regolamentazione, con conseguente aumento della complessità degli adempimenti, che danneggia la competitività delle imprese chimiche italiane ed europee.

Di fatto la chimica è il settore interessato dal maggior numero di iniziative legislative connesse agli ambiziosi obiettivi del Green Deal. Senza un’adeguata attenzione alla competitività e in assenza di analoghi impegni da parte degli altri principali attori economici, si rischia di compromettere la chimica europea con effetti negativi su tutta l’industria manifatturiera, sull’occupazione e sulla stessa protezione dell’ambiente in quanto tenderanno ad aumentare le importazioni (e la produzione) da aree con minori vincoli.

L’industria chimica italiana risulta particolarmente penalizzata alla luce della forte presenza di PMI, in quanto gli extra-oneri di costo e tempo generati dall’iper-regolamentazione operano come un costo fisso.


Diapositiva 8.9


Uno studio della Commissione europea ha dimostrato la crescita ininterrotta dei costi della regolamenta-zione per l’industria chimica europea
, in particolare dopo l’introduzione del REACH nel 2007 (sistema di registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche) e del CLP nel 2008 (sistema di classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele). Dalla relazione della Commissione sull'attuazione del REACH del 2018 emerge che l'impatto per le imprese è risultato di circa 2,5 miliardi a fronte di 1,7 miliardi stimati per il periodo 2007-2013. Alla luce delle profonde revisioni di questi due Regolamenti e delle molte altre previste dal Green Deal, l’impatto sulle imprese sarà ancor più significativo con rischi di riduzione della disponibilità di prodotti chimici anche in assenza di validi sostituti.

Pur essendo gli aspetti normativi sempre più definiti a livello europeo (con Regolamenti anziché Direttive), in Italia si riscontrano, in particolare per la normativa ambientale, incertezze interpretative e disomogeneità nell’applicazione, oltre che ritardi nel rispetto dei tempi degli iter autorizzativi. Per attivare gli investimenti necessari alla trasformazione industriale e non veder sfumare importanti opportunità di sviluppo, assume particolare rilevanza l’accelerazione e la certezza dei tempi nei processi di autorizzazione e controllo (attualmente i tempi effettivi per alcune autorizzazioni ambientali possono raggiungere 1-3 anni a fronte dei 5-6 mesi previsti).


Diapositiva 8.10


L’industria chimica in Italia è caratterizzata da tempi di pagamento da parte della clientela decisamente più lunghi rispetto a Germania, Francia e Spagna.
Ciò comporta maggiori esigenze di capitale circolante e aggrava il rischio associato ad eventuali insolvenze.

La maggiore presenza di PMI chimiche – normalmente dotate di minore potere di mercato – è sicuramente un fattore significativo, ma non certo l’unico: le differenze tra Paesi, infatti, sono ampie anche a parità di dimensione. Germania e Francia, inoltre, evidenziano tempi di pagamento piuttosto omogenei per le diverse classi dimensionali.

In parte questi divari riflettono i ritardi nei tempi di pagamento delle Pubblica Amministrazione italiana con ricadute sui fornitori a monte delle filiere (come la chimica) anche se, negli anni recenti, sono emersi alcuni segnali di miglioramento. 


Diapositiva 8.11