Per le imprese chimiche europee l’incidenza dei costi della regolamentazione UE sul valore aggiunto è più che triplicata, passando dal 4% del 2004 al 13% nel 2023, e la struttura produttiva italiana è tra le più penalizzate per la prevalenza di PMI specializzate in formulazioni che coinvolgono numerose sostanze diverse.
Alla luce delle profonde revisioni dei Regolamenti REACH e CLP e delle molte altre previste dal Green Deal, l’impatto sulle imprese sarà ancor più significativo con rischi di riduzione della disponibilità di prodotti chimici anche in assenza di validi sostituti.
Pur essendo gli aspetti normativi sempre più definiti a livello europeo (con Regolamenti anziché Direttive), in Italia si riscontrano, in particolare per la normativa ambientale, incertezze interpretative e disomogeneità nell’applicazione, oltre che ritardi nel rispetto dei tempi degli iter autorizzativi. Per attivare gli investimenti necessari alla trasformazione industriale e non veder sfumare importanti opportunità di sviluppo, assume particolare rilevanza l’accelerazione e la certezza dei tempi nei processi di autorizzazione e controllo (attualmente i tempi effettivi per alcune autorizzazioni ambientali possono raggiungere 1-3 anni a fronte dei 5-6 mesi previsti).