L’industria chimica si colloca ai vertici della classifica di competitività strutturale dei settori produttivi, stilata dall’Istat sulla base dell’Indicatore sintetico di competitività strutturale (ISCO). Questo indicatore coglie la “sostenibilità economica” di un settore, ovvero la sua capacità di crescere e creare occupazione di qualità nel medio periodo.
Il buon posizionamento della chimica nei fattori chiave di competitività (innovazione, internazionalizzazione, produttività e redditività) rappresenta un pre-requisito essenziale per garantire al Paese una migliore sostenibilità sociale e ambientale. Senza sviluppo, infatti, non si creano posti di lavoro né si hanno le risorse per investire nella tutela dell’ambiente.
E’ importante che l’impegno delle imprese non sia compromesso dalle inefficienze del Sistema Paese: in un mondo globalizzato, esse pesano molto più che in passato in quanto la competizione non riguarda solo le imprese ma anche i Paesi.

Il settore riveste il 6% dell’industria manifatturiera in termini di fatturato, ma la sua importanza non si limita alla componente dimensionale.
Con una quota di personale dedicato alla R&S pari al 7,5% a fronte del 4,9% della media manifatturiera, l’industria chimica è caratterizzata da un’importante attività di ricerca. Data la pervasività della chimica, impiegata in tutti i settori, la sua innovazione tecnologica ha rilevanti effetti moltiplicativi su tutta l’economia in termini di miglioramento della produttività, della competitività e della sostenibilità ambientale, in particolare nei settori portanti del Made in Italy.
Intensità di capitale, innovazione e Risorse Umane altamente qualificate rendono la chimica uno dei settori a maggiore produttività nel panorama industriale italiano: il valore aggiunto per addetto è tra più i elevati ed è superiore di oltre il 75% alla media manifatturiera.
Anche le spese del personale per dipendente collocano la chimica ai vertici della classifica dei settori industriali: in sostanza, la chimica è un settore adatto a un Paese avanzato come l’Italia, perché è in grado di garantire occupazione qualificata e, di conseguenza, ben remunerata.
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