Tanti settori, tutti importanti

L’Italia è attiva in tutti i molteplici e diversificati settori nei quali si articola l’industria chimica.

La chimica di base riveste poco meno del 43% del valore della produzione chimica in Italia e, data la rilevanza delle economie di scala, si compone di un numero limitato di attori. I suoi prodotti sono i costituenti fondamentali per tutte le filiere a valle.

La chimica fine e specialistica rappresenta oltre il 43% del totale ed è estremamente diversificata in quanto rende disponibile una vasta gamma di prodotti intermedi caratterizzati dalle specifiche funzionalità richieste in relazione alla singola esigenza di applicazione.

Oltre ad alcune tipologie di pitture e vernici, detergenti e cosmetici sono destinati al consumatore finale e rappresentano il 14% della produzione.

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Il confronto con la chimica europea rende evidente la specializzazione italiana nella cosiddetta “chimica a valle”, in particolare nella chimica delle specialità che rappresenta il 57% del valore della produzione rispetto al 37% nell’UE.

I settori di riferimento principali sono gli ausiliari e additivi per l’industria, le vernici e adesivi e la chimica destinata al consumo (cosmetica e detergenza), ossia quei settori dove le economie di scala sono meno rilevanti e conta la capacità di formulare prodotti caratterizzati da determinate prestazioni (chimica delle formulazioni).

In Italia la quota sugli occupati della chimica a valle tra il 2000 e il 2021 è aumentata dal 61% al 71%.

Nonostante i condizionamenti dettati dall’elevato costo dell’energia e dalle carenze infrastrutturali, l’Italia mantiene una presenza significativa anche nella chimica di base. Trattandosi di una filiera fortemente integrata, anche con riferimento alle attività di innovazione, l’indebolimento delle fasi a monte rappresenta un rischio anche per le attività a valle.

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