Il confronto con la chimica europea rende evidente la specializzazione italiana nella cosiddetta “chimica a valle”, in particolare nella chimica delle specialità che rappresenta il 57% del valore della produzione rispetto al 37% nell’UE.
I settori di riferimento principali sono gli ausiliari e additivi per l’industria, le vernici e adesivi e la chimica destinata al consumo (cosmetica e detergenza), ossia quei settori dove le economie di scala sono meno rilevanti e conta la capacità di formulare prodotti caratterizzati da determinate prestazioni (chimica delle formulazioni).
In Italia la quota sugli occupati della chimica a valle tra il 2000 e il 2021 è aumentata dal 61% al 71%.
Nonostante i condizionamenti dettati dall’elevato costo dell’energia e dalle carenze infrastrutturali, l’Italia mantiene una presenza significativa anche nella chimica di base. Trattandosi di una filiera fortemente integrata, anche con riferimento alle attività di innovazione, l’indebolimento delle fasi a monte rappresenta un rischio anche per le attività a valle.