Lo scenario europeo

È trascorso più di un anno dall’inizio della X legislatura del Parlamento europeo (2024-2029), un periodo senza dubbio segnato da grande intensità e complessità, con importanti cambiamenti sia sul piano istituzionale e geopolitico. In questo contesto così dinamico e sfidante, l’Unione Europea si è trovata a dover affrontare questioni di primaria rilevanza, quali la crisi energetica, la transizione ecologica, la digitalizzazione, il conflitto in Ucraina e in Medio Oriente e le tensioni commerciali derivanti dai dazi imposti dagli Stati Uniti.

Questi fattori, profondamente interconnessi tra loro, hanno spinto l’UE a riorientare le sue priorità strategiche. Già nel primo anno della X legislatura, sono state adottate numerose nuove strategie, comunicazioni ufficiali e proposte legislative, con l’obiettivo di affrontare e trovare soluzioni efficaci a queste sfide, sia a livello europeo che globale.

IL NUOVO ASSETTO ISTITUZIONALE

PARLAMENTO EUROPEO

Tra il 6 e il 9 giugno 2024 si sono svolte, nei 27 Stati membri dell’Unione europea, le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo (PE), che hanno portato all’elezione di 720 eurodeputati per la decima legislatura. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo (PE) nel giugno 2024 ne hanno profondamente rinnovato l’assetto politico, con un riequilibrio verso forze di centro-destra e conservatrici.

COMMISSIONE EUROPEA

Nel suo “manifesto elettorale”, presentato in occasione della sua rielezione a Presidente della Commissione europea (CE), Ursula von der Leyen ha posto particolare enfasi sul rilancio della competitività e sulla capacità produttiva dell’industria europea, dedicando – per la prima volta - un’attenzione specifica anche al settore chimico. Particolarmente significativo è il passaggio in cui viene annunciata la pubblicazione di un Pacchetto di misure per l’industria chimica, che avrà tra i suoi principali obiettivi la revisione del Regolamento REACH e la definizione di un quadro normativo riguardo alle sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS).

Come step successivo per la formazione vera e propria della Commissione europea, il 17 settembre 2024, Ursula von der Leyen ha presentato, in occasione della Plenaria di Strasburgo, l’organigramma del nuovo Collegio dei Commissari, rivelando inoltre l’assegnazione dei portafogli. Di maggiore rilevanza per Federchimica sono sicuramente i portafogli che riguardano l’economia, la produttività, ricerca e sviluppo, la transizione energetica, la competitività e la filiera agro alimentare.

Tra le nomine più significative:

  • Stéphane Séjourné (Francia, Renew Europe) è stato designato Vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la Strategia Industriale. Il suo ruolo sarà centrale per l’industria europea, in particolare per i settori ad alta intensità energetica come quello chimico. Tra i principali incarichi, Séjourné dovrà attuare il Net Zero Industry Act, presentare un Industrial Decarbonisation Accelerator, e coordinare il nuovo Chemical Industry Package, inclusa la Revisione del Regolamento REACH e il monitoraggio della legislazione sui PFAS;
  • Jessika Roswall (Svezia, PPE) guiderà il portafoglio ambiente, resilienza delle risorse idriche ed economia circolare competitiva. Lavorerà in stretto coordinamento con Séjourné, non solo per lo sviluppo di una strategia per il settore chimico, ma anche per la stesura di un nuovo Circular Economy Act, mirato a rafforzare la domanda di materie prime secondarie e creare un mercato unico dei rifiuti;
  • Teresa Ribera (Spagna, S&D) è stata indicata come Vicepresidente esecutivo per la transizione energetica giusta e la competitività. Il suo compito sarà quello di conciliare le esigenze industriali con la decarbonizzazione, riformando le politiche di concorrenza, promuovendo la riduzione dei costi energetici e supportando le imprese europee nella transizione verso un’economia a basse emissioni;
  • Wopke Hoekstra (Paesi Bassi, PPE) è stato nominato Commissario per il clima e la crescita pulita a zero emissioni. Collaborerà con Ribera per attuare gli obiettivi di neutralità climatica al 2050, proporre un target intermedio al 2040, sviluppare un mercato unico della CO₂ e gestire il Fondo per l’Innovazione finanziato dall’EU ETS e dal nuovo ETS 2;
  • Come esponente italiano, Raffaele Fitto (ECR) è stato designato Vicepresidente esecutivo per la Coesione e le riforme, con delega specifica al coordinamento e alla supervisione dell’attuazione del PNRR degli Stati membri, in collaborazione con il Commissario all’Economia, Valdis Dombrovskis. Questo ruolo rafforza il peso politico italiano in ambito UE, offrendo l’opportunità di incidere direttamente sull’allocazione dei fondi per lo sviluppo regionale e sulle riforme strategiche.

A novembre 2024, i candidati Commissari designati hanno preso parte alle audizioni ufficiali presso le Commissioni parlamentari competenti del Parlamento europeo. Durante queste sedute, ciascun candidato ha presentato le proprie priorità politiche e risposto alle domande degli eurodeputati, per ottenere il parere favorevole necessario alla conferma del proprio incarico all’interno della nuova Commissione europea. Dopo qualche stallo iniziale, nella sessione Plenaria di novembre, gli eurodeputati hanno approvato l’intera nuova squadra della Commissione europea. Dal 1° dicembre 2024 è, di fatto, entrata ufficialmente in carica la nuova Commissione.



NUOVE PROPOSTE DELLA COMMISISONE EUROPEA

BUSSOLA DELLA COMPETITIVITÀ (COMPETITIVENESS COMPASS)

Lo scorso 29 gennaio, la Commissione europea ha presentato la Bussola della Competitività (Competitiveness Compass), un documento strategico volto all’industria europea. L’iniziativa affronta il divario tecnologico con Stati Uniti e Cina, i costi della transizione ecologica per le imprese e la sicurezza economica dell’Unione.

La Bussola si fonda su tre priorità principali: innovazione e sostegno a start-up e PMI; decarbonizzazione e competitività per garantire energia pulita e accessibile e sostegno ai settori industriali chiave; sicurezza economica attraverso catene di valore resilienti e preferenze europee negli appalti. Questi obiettivi sono sostenuti da cinque azioni trasversali: semplificazione normativa; rimozione degli ostacoli al mercato unico; miglior accesso ai finanziamenti; sviluppo delle competenze; coordinamento più efficace tra UE e Stati membri. Inoltre, nel Quadro Finanziario Pluriennale presentato lo scorso luglio, è stato istituito un Fondo per la Competitività a sostituzione di strumenti europei già esistenti.

CLEAN INDUSTRIAL DEAL  

Dopo la pubblicazione della Bussola della Competitività (Competitiveness Compass), il 26 febbraio 2025 la Commissione ha presentato il tanto atteso Clean Industrial Deal (CID), un piano strategico volto a rilanciare l’industria europea. L’obiettivo principale del CID è coniugare in modo concreto il rilancio industriale con la decarbonizzazione, promuovendo innovazione verde e tecnologica, incentivi per la transizione delle imprese e la creazione di posti di lavoro altamente qualificati.

Raccogliendo le indicazioni della Dichiarazione di Anversa – con la quale 400 leader aziendali nel campo dell’industria hanno chiesto alla Commissione interventi urgenti a sostegno della competitività, in risposta al calo della produzione e ai costi energetici elevati – il Clean Industrial Deal affronta le principali difficoltà dell’industria europea, dai costi energetici al divario tecnologico, puntando su energia accessibile, semplificazione, finanziamenti e competenze. Le misure si concentrano prevalentemente su industrie energivore e clean-tech, ma l’efficacia del piano dipenderà da interventi concreti a sostegno delle PMI, dalla riduzione dei costi della transizione, da innovazione e investimenti.

ACTION PLAN FOR AFFORDABLE ENERGY

Il 26 febbraio 2025 la Commissione europea ha presentato anche l’Action Plan for Affordable Energy (COM/2025/79), un pacchetto di misure parte del Clean Industrial Deal e della Bussola della Competitività, il cui obiettivo è contenere i costi energetici, rafforzare l’indipendenza dell’UE e sostenere famiglie e imprese, soprattutto quelle energivore.

La strategia si fonda su quattro pilastri principali: riduzione dei costi, Unione dell’Energia, investimenti e gestione delle crisi. In concreto, il Piano prevede costi dell’energia più bassi; reti più efficienti; incentivi fiscali. Tuttavia, molte misure sono solo raccomandazioni agli Stati membri, con effetti limitati nel breve termine.



PACCHETTI OMNIBUS

Nei primi mesi del 2025 la Commissione europea ha avviato un’importante iniziativa di semplificazione normativa, presentando il 26 febbraio i primi due Pacchetti “Omnibus”. L’obiettivo è ridurre la complessità delle norme UE, favorire la competitività e creare un contesto più favorevole per la crescita e l’innovazione delle imprese. Le proposte riguardano la finanza sostenibile, la due diligence in materia di sostenibilità, la tassonomia UE, il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e i programmi di investimento europei.

OMNIBUS I E OMNIBUS II

Per quanto riguarda il Pacchetto Omnibus I, l’iter legislativo di una parte delle proposte avanzate dalla Commissione UE si è già concluso con l’adozione della Direttiva (UE) 2025/794 "Stop the Clock”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 16 aprile 2025, che rinvia l’applicazione degli obblighi di rendicontazione e due diligence in materia di sostenibilità.

Nel primo Pacchetto Omnibus, sono altresì contenute le proposte di semplificazione della Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese (CSRD) e sulla diligenza sostenibile delle imprese (CS3D): la portata delle modifiche è ampia, ma tra i punti principali vi è la semplificazione degli obblighi di due diligence sulla sostenibilità e gli oneri informativi per PMI e piccole mid-cap. La Commissione giuridica del Parlamento europeo (JURI) ha approvato modifiche che restringono ulteriormente l’ambito di applicazione, limitandolo alle grandi imprese (imprese con più di 1.000 dipendenti in media e un fatturato annuo netto superiore a 450 milioni di euro) e rendendo volontaria la rendicontazione per le altre. Ciò si applicherebbe anche alla rendicontazione di sostenibilità ai sensi delle norme sulla tassonomia.

Il Pacchetto Omnibus include anche la proposta di semplificazione relativa al Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM). Il 29 settembre, il Consiglio dell’UE ha adottato il regolamento che ne riduce costi e oneri per le PMI, introducendo una soglia di esenzione per importazioni fino a 50 tonnellate annue. La misura, di particolare interesse per Federchimica, elimina gli obblighi per circa 182.000 operatori pur coprendo oltre il 99% delle emissioni, semplifica le regole per le imprese soggette e rafforza i controlli contro elusioni e abusi. È inoltre garantita la continuità delle importazioni nel 2026 per gli operatori in attesa di registrazione.

La seconda parte del Pacchetto Omnibus riguarda la semplificazione del Regolamento InvestEU, attualmente in fase di trilogo, con l’obiettivo di rendere più efficiente la mobilitazione di investimenti pubblici e privati a sostegno della transizione verde e digitale, dell’innovazione e dello sviluppo delle competenze.

OMNIBUS III

Il 15 maggio 2025 la Commissione europea ha presentato un insieme di misure pensate per semplificare la Politica Agricola Comune (PAC) e ridurre la burocrazia nel settore agroalimentare. Omnibus III propone interventi che riguardano oneri amministrativi, controlli e gestione delle crisi. Tra le novità: un regime di pagamento semplificato per i piccoli agricoltori, requisiti ambientali più snelli, maggiore digitalizzazione e competitività.

OMNIBUS IV

Il 21 maggio 2025, una settimana dopo la presentazione del pacchetto precedente, la Commissione europea ha pubblicato misure indirizzate a favorire crescita, innovazione e occupazione in tutta l’Unione. L’Omnibus IV si impegna a ridurre in modo significativo il carico burocratico per le imprese, con un taglio annuo di 400 milioni di euro ai costi amministrativi, nuove agevolazioni per le small mid-caps (imprese con meno di 750 dipendenti) e norme più leggere su protezione dei dati (GDPR) e due diligence per le batterie.

OMNIBUS V

Il 17 giugno 2025 la Commissione europea ha presentato il quinto Pacchetto Omnibus, dedicato alla difesa: il Defence Readiness Omnibus. Si tratta di un pacchetto ampio, volto a rafforzare la prontezza della difesa europea mobilitando fino a 800 miliardi di euro in investimenti. Di particolare rilievo per Federchimica è la sezione dedicata alla normativa ambientale e chimica, che include modifiche ai regolamenti REACH, CLP e biocidi per estendere le esenzioni nazionali in ambito difesa, semplificando le norme su sostanze critiche e chiarendo l’applicazione delle deroghe ambientali per progetti strategici.



IL SETTORE CHIMICO

In questa nuova legislatura la Commissione europea ha più volte definito l’industria chimica come l’industria delle industrie, riconoscendone per la prima volta in modo esplicito il ruolo strategico nell’economia europea. Attraverso piani d’azione e comunicazioni ufficiali, è stato sottolineato non solo il contributo essenziale del settore a molteplici filiere produttive, ma anche le sfide strutturali che esso si trova ad affrontare. In questo contesto, sono numerosi i dossier – conclusi, attualmente in discussione o di prossima apertura – che coinvolgono direttamente il settore chimico e che Federchimica sta monitorando con costanza e attenzione.

Un altro segnale importante di impegno da parte della Commissione è stata, in questi mesi, la volontà di avviare un dialogo con gli stakeholder del settore chimico, con l’obiettivo di comprendere le esigenze più immediate e affrontare le sfide più urgenti. Per questo motivo, alla fine di marzo si è tenuto un primo incontro di alto livello tra rappresentanti dell’industria chimica e della società civile, con la partecipazione del Vicepresidente Esecutivo Séjourné e della Commissaria Roswall. In aggiunta a ciò, lo scorso 12 maggio, la Presidente von der Leyen, ha avviato il primo Dialogo Strategico sul futuro dell’industria chimica, riunendo i rappresentanti del settore. Nel suo intervento, von der Leyen ha annunciato l'intenzione di presentare una serie di proposte pragmatiche volte a rilanciare la produttività e la competitività del settore.

PIANO D'AZIONE E OMNIBUS PER IL SETTORE CHIMICO

Di fatto, come indicato, l’8 luglio la Commissione europea ha pubblicato il Piano d’Azione per la chimica, insieme ad un Pacchetto Omnibus dedicato volto a semplificare le normative vigenti collegate ad alcuni comparti chimici. Durante la Sessione Plenaria di luglio, il Vicepresidente Séjourné e la Commissaria Roswall hanno presentato tali iniziative.

Il Piano d’Azione mira a rafforzare il settore chimico europeo, ridurre i costi energetici, favorire la decarbonizzazione e stimolare la domanda tramite incentivi e semplificazioni. Al centro c’è la creazione della Critical Chemicals Alliance, incaricata di mappare molecole e impianti strategici per evitare chiusure e ridurre le dipendenze. Sul fronte energetico, il Piano prevede l’attuazione dell’Affordable Energy Action Plan, con regole sull’idrogeno low-carbon e aiuti di Stato alle imprese. È inoltre in corso una consultazione sul riciclo chimico, per promuovere la circolarità e la sostenibilità del settore. Contemporaneamente, la Commissione ha avviato una consultazione pubblica sul riciclo chimico, riconosciuto come un elemento chiave per sostenere l’economia circolare e rafforzare la sostenibilità nel settore. La domanda di prodotti chimici “puliti” sarà spinta da una strategia fiscale più incisiva, con incentivi dedicati e una revisione mirata della tassazione. Sul tavolo ci sono proposte innovative come l’Industry Decarbonisation Accelerator Act, la Strategia per la bioeconomia e il Circular Economy Act, che promettono di creare un quadro normativo più solido ed efficace per accelerare la riduzione delle emissioni e promuovere la circolarità delle risorse.

Il Pacchetto Omnibus mira a snellire e rendere più efficiente l’attuazione di tre Regolamenti chiave: il Regolamento (CE) n. 1272/2008 sulla classificazione, etichettatura e imballaggio di sostanze e miscele (CLP), il Regolamento (CE) n. 1223/2009 relativo ai prodotti cosmetici e il Regolamento (UE) 2019/1009 sui fertilizzanti.

Rispetto al CLP, la Commissione propone di semplificare le regole sull’etichettatura delle sostanze chimiche pericolose per ridurre gli oneri amministrativi, mantenendo la sicurezza dei consumatori. Tra le novità: maggiore flessibilità sulle etichette (dimensioni, interlinea, tempi di aggiornamento), chiarimenti per le confezioni piccole e le pompe di carburante, limiti agli obblighi informativi per la vendita online, e maggiore uso dell’etichettatura digitale. Introdotto anche uno “stop the clock” che posticipa l’entrata in vigore di alcune disposizioni al 1° gennaio 2028. Sul Regolamento cosmetici, il divieto delle sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche (CMR) sarà limitato all’esposizione cutanea, con tempi più lunghi per deroghe e valutazioni più dettagliate. Nel settore fertilizzanti, si semplifica il quadro normativo eliminando l’obbligo di registrazione REACH per alcune sostanze, ma sono stati esclusi materiali derivati da sottoprodotti animali, deludendo il settore.

I provvedimenti annunciati sono stati accolti positivamente, in quanto segnano un cambio di passo verso un approccio più pragmatico e coerente, mirato a rilanciare la competitività del settore chimico europeo senza compromettere sicurezza e sostenibilità. Molte richieste di Federchimica sono state accolte, ma resta fondamentale monitorare attentamente il percorso legislativo per evitare riduzioni o cancellazioni di norme importanti.

Federchimica ha già avviato i primi confronti sia con la Rappresentanza Permanente italiana sia con alcuni esponenti italiani del Parlamento europeo, esprimendo apprezzamento per la proposta ma evidenziando al contempo alcune criticità e aspetti migliorabili durante l’iter legislativo. Nel momento in cui si scrive, il Consiglio dell’UE ha già approvato il proprio mandato per lo “stop the clock”, confermando integralmente la proposta della Commissione, mentre in Parlamento, il voto - previsto con procedura d’urgenza - si terrà nella seconda Plenaria di ottobre a Strasburgo. Invece, le discussioni sul contenuto dell’Omnibus sono ancora in corso in Consiglio e hanno appena preso avvio in Parlamento.

CHEMICAL INDUSTRY PACKAGE E REVISIONE DEL REGOLAMENTO REACH

Come evidenziato sia nel Competitiveness Compass che nel Clean Industrial Deal, entro la fine dell’anno è attesa la pubblicazione del cosiddetto Chemical Industry Package (Pacchetto per l’industria chimica). Si auspica che tale Pacchetto possa prevedere misure concrete per ridurre i costi energetici, semplificare le normative e garantire l’applicazione efficace delle leggi esistenti. È inoltre attesa l’introduzione di strumenti per favorire la competitività rispetto ai prodotti extra-UE, incentivare soluzioni a basse emissioni e circolari, rafforzare le catene di approvvigionamento e sostenere finanziariamente la transizione verde del settore.

Come ricordato precedentemente, all’interno del suddetto Pacchetto, era prevista anche la revisione del Regolamento REACH. Tuttavia, lo scorso 26 settembre, il Regulatory Scrutiny Board (RSB) — l’organismo indipendente della Commissione che fornisce supporto e controllo di qualità sulle valutazioni d’impatto nelle fasi iniziali del processo legislativo — ha espresso un parere negativo sullo studio d’impatto relativo alla revisione del Regolamento REACH. Secondo il RSB, l’impostazione della revisione non rispecchia l’obiettivo di semplificazione promosso dalle nuove priorità della Commissione. Pertanto, lo studio d’impatto dovrà essere rivisto, comportando un inevitabile ritardo nella presentazione della proposta. Attualmente, si prevede che la revisione REACH possa essere presentata non prima del 2026.

Sebbene l’ulteriore slittamento, Federchimica ha già avviato un’intensa attività di sensibilizzazione rivolta agli eurodeputati italiani e alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea. Tale azione si traduce in incontri istituzionali e webinar tematici, con l’obiettivo di illustrare le potenziali implicazioni della revisione per l’industria chimica e promuovere una regolamentazione equilibrata, basata su evidenze scientifiche e attenta alla competitività del settore.

REVISIONE DEL REGOLAMENTO DETERGENTI

Con l’inizio della X legislatura europea, è ripreso l’iter della revisione del Regolamento sui detergenti, un dossier prioritario per Federchimica. Dopo l’adozione dei mandati negoziali da parte di Parlamento e Consiglio prima della pausa estiva, i negoziati interistituzionali (triloghi) sono iniziati subito, nonostante alcuni cambi nei ruoli, tra cui il passaggio dell’eurodeputata Manuela Ripa dai Verdi al PPE, con conseguente cambio di ruolo da relatrice a relatrice ombra.

Durante il primo semestre del 2025 si sono svolti intensi negoziati tecnici e politici su temi critici come la biodegradabilità, i detergenti a base di microrganismi, il contenuto di fosforo, i tappi e i dosatori, le schede ingredienti e il passaporto digitale del prodotto (DPP). Federchimica ha seguito l’intero processo in costante dialogo con gli eurodeputati coinvolti e con la Rappresentanza Permanente Italiana presso l’UE.

Il trilogo del 10 giugno ha portato a un accordo informale. In merito alla biodegradabilità, i tempi sono stati estesi rispetto alla proposta iniziale e saranno definiti con futuri atti delegati. Per quanto riguarda il contenuto di fosforo, non sono stati introdotti nuovi limiti, ma la Commissione potrà riesaminare la questione due anni dopo l’entrata in vigore del Regolamento. Le informazioni sul dosaggio potranno essere modificate sulla base di un’analisi dedicata. Al momento non è previsto l’obbligo di marcatori sui tappi, mentre i dosatori dovranno riportare marcature visibili, ma senza l’obbligo di colori a contrasto. Il passaporto digitale del prodotto sarà collegato al modello del prodotto e distinguerà tra informazioni obbligatorie e volontarie, in coerenza con le attuali modalità di etichettatura. I detergenti microbiologici saranno soggetti a una valutazione del rischio, la cui metodologia dovrà essere definita entro 30 mesi dall’entrata in vigore del Regolamento. Spray e prodotti a contatto con alimenti saranno ammessi, purché risultino sicuri. Inoltre, è stato chiarito l’ambito di applicazione del Regolamento, con riferimento esplicito ai “tensioattivi per l’utente finale”.

Nonostante alcune criticità residue, il testo finale rappresenta un risultato positivo per il settore, poiché molte delle richieste avanzate dall’industria sono state accolte. Il testo si configura come un sensibile miglioramento rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea del 2023, garantendo maggiore certezza normativa, un quadro più equilibrato e una riduzione degli oneri superflui per le imprese della detergenza.

Ora si attende l’approvazione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE, passaggio necessario prima della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e della successiva entrata in vigore del Regolamento.

PACCHETTO LEGISLATIVO "UNA SOSTANZA, UNA VALUTAZIONE" (OSOA)

Si sta per concludere anche l’iter legislativo del Pacchetto “Una sostanza, una valutazione” (OSOA), il quale racchiude al suo interno tre proposte presentate dalla Commissione europea nel 2023. Nello specifico, troviamo un Regolamento volto a migliorare la cooperazione tra le agenzie dell’Unione nel settore chimico; una Direttiva per riallocare i compiti scientifici dell’ECHA e un Regolamento per l’istituzione di una piattaforma comune di dati sulle sostanze chimiche.

Il Consiglio dell’Unione europea aveva già adottato la propria posizione il 18 giugno 2024, mentre il Parlamento europeo aveva sospeso i lavori sul dossier in vista delle elezioni europee. Con l’avvio della X legislatura, il Pacchetto OSOA è tornato ad essere uno dei temi all’attenzione dell’emiciclo. Il 25 novembre 2024, il nuovo relatore, Dimitris Tsiodras (PPE, Grecia), ha infatti presentato alla Commissione ENVI una bozza di relazione sul testo precedentemente proposto dalla CE. A ciò sono seguite numerose discussioni interne e la presentazione di diversi emendamenti alla relazione. Tuttavia, dopo aver trovato un accordo tra i Gruppi politici di centro destra e centro sinistra, tutte e tre le bozze emendate sono state approvate con ampia maggioranza in Commissione ENVI. Inoltre, durante la sessione Plenaria di marzo, il Pacchetto ha ottenuto il via libera del Parlamento europeo, sempre con un ampio sostegno. Pertanto, nel mese di giugno si sono svolti i triloghi, che hanno portato al raggiungimento di un accordo informale tra i due colegislatori il 12 giugno. Il compromesso raggiunto è, nel complesso, accettabile anche se permangono alcune criticità marginali, in particolare in merito al biomonitoraggio umano e agli obblighi di notifica degli studi da presentare.

Anche per questo dossier, resta soltanto l’approvazione formale da parte dei due colegislatori prima della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE e della sua entrata ufficiale in vigore.

RICLASSIFICAZIONE ETANOLO

Nell’ambito della valutazione per l’approvazione dei principi attivi utilizzabili nei disinfettanti secondo il Regolamento (UE) 528/2012 sui prodotti biocidi, è in corso la discussione sulla riclassificazione dell’etanolo (alcol etilico). Sebbene il dossier sia considerato un “backlog”, è stato valutato rispettando alcuni requisiti del Regolamento sui biocidi, tra cui la classificazione e l’etichettatura armonizzate previste dal Regolamento CLP.

La Grecia, Autorità competente per la valutazione dell’etanolo come sostanza attiva biocida, ha proposto di classificarlo come Tossico per la riproduzione di categoria 2. Tuttavia, un sottogruppo del Comitato per i prodotti biocidi di ECHA (BPC, WG-TOX) ha avanzato una proposta più severa, classificandolo come Cancerogeno di categoria 1 e Tossico per la riproduzione di categoria 1, basandosi su studi che riguardano gli effetti dannosi dell’abuso orale di etanolo. Poiché però negli usi non alimentari (come i prodotti biocidi) l’esposizione avviene principalmente per via cutanea e respiratoria, tali dati non sarebbero appropriati per questa valutazione. La mancata distinzione tra vie di esposizione potrebbe portare a una classificazione non corretta per gli usi previsti.

Se fosse approvata la classificazione più severa (categoria 1A o 1B), l’approvazione dell’etanolo come sostanza attiva biocida non sarebbe garantita. Inoltre, il sottogruppo WG-TOX del BPC non è l’organo ufficiale per l’adozione della classificazione armonizzata sotto il Regolamento CLP. La Grecia ha notificato la propria intenzione di proporre una classificazione come Tossico per la riproduzione di categoria 2, e un eventuale mantenimento della posizione più severa da parte del sottogruppo porterebbe a discrepanze normative tra i diversi settori.

Per questa valutazione, l’ECHA ha avviato una consultazione pubblica, a cui Federchimica ha partecipato, sottolineando l’importanza strategica dell’etanolo e i rischi che una riclassificazione severa comporterebbe per molti settori industriali. La conferma di tale classificazione potrebbe infatti avere ripercussioni su normative che vietano l’uso di sostanze con queste caratteristiche, con un impatto particolarmente rilevante per le filiere cosmetica, igienica e della profumeria.

Federchimica sta quindi intensificando il dialogo con eurodeputati italiani per sensibilizzarli sulle gravi conseguenze di questa riclassificazione, soprattutto per il settore cosmetico. Importante è stata la decisione della Grecia, a fine luglio, di rinviare a dicembre 2026 la valutazione sulla classificazione dell’etanolo, ritardando così l’intero processo decisionale. Data la rilevanza della questione, Federchimica continuerà a monitorare attentamente la situazione, portando avanti iniziative di advocacy e sensibilizzazione.

SOSTANZE ALCHILICHE PERFLUORURATE E POLIFLUORURATE (PFAS)

Nella nuova legislatura, il tema dei PFAS è tornato con forza al centro del dibattito. Già nelle linee guida politiche di luglio 2024, la Commissione europea aveva manifestato l’intenzione di affrontare in modo più chiaro le problematiche legate a tali sostanze. Questa priorità è stata confermata sia attraverso l’assegnazione delle deleghe ai Commissari, sia nelle loro dichiarazioni pubbliche. In particolare, durante le audizioni di conferma, il Vicepresidente Séjourné e la Commissaria Roswall hanno dichiarato l’obiettivo di vietare l’uso delle PFAS nei prodotti di consumo, quali biberon, pannolini, cosmetici e abbigliamento. Per quanto riguarda invece i prodotti industriali, entrambi hanno evidenziato la necessità di consentirne l’impiego nei casi in cui non siano ancora disponibili alternative efficaci e concrete.

Sul fronte del Parlamento europeo, il dibattito risulta piuttosto polarizzato. In particolare, il 24 aprile si è svolta la prima vera discussione sul tema in Commissione Ambiente (ENVI). I Gruppi di centrodestra e destra hanno riconosciuto le criticità legate all’uso dei PFAS, ma hanno anche evidenziato la mancanza di alternative concrete per l’industria, sottolineando la necessità di un approccio realistico e graduale. Al contrario, i Gruppi di centrosinistra e i Verdi hanno espresso posizioni molto più critiche, denunciando con forza l’impatto negativo dei PFAS sulla salute e sull’ambiente. Hanno quindi richiesto l’introduzione immediata di un divieto per queste sostanze.

Parallelamente, si sono registrate evoluzioni rispetto alla proposta di restrizione universale dei PFAS presentata a febbraio 2023. Il 20 agosto 2025, l’ECHA ha pubblicato sul proprio sito il rapporto aggiornato dei cinque Paesi proponenti (Germania, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi e Norvegia). L’elenco delle deroghe senza limiti temporali è stato ampliato con otto nuovi settori e ora include anche prodotti di seconda mano e materiali riciclati. Successivamente, l’ECHA ha annunciato che emetterà un parere parziale sulla proposta di restrizione universale, per rispettare la scadenza fissata dalla Commissione europea per il 2026. In questo parere, l’Agenzia non valuterà gli otto settori aggiunti nell’aggiornamento, concentrandosi invece sui quattordici settori iniziali, sulla produzione di PFAS e sulle questioni trasversali legate alla gestione dei rischi.

Vista la rilevanza del tema e la sua presenza in numerose strategie e iniziative legislative recenti – come la Strategia per la Resilienza Idrica – Federchimica ha già avviato attività di advocacy volte a sensibilizzare gli eurodeputati, i funzionari della Commissione europea e della Rappresentanza Permanente italiana.

Nello specifico, il 26 maggio scorso, presso la sede di Syensqo a Bollate (Milano), Federchimica ha organizzato un evento di grande rilievo, intitolato "Il ruolo dei PFAS per un futuro sostenibile, tra sfide e soluzioni". Un’occasione preziosa che ha permesso di riunire esperti del settore, rappresentanti dell’industria e delle istituzioni per un confronto approfondito su un tema di crescente importanza: l’utilizzo strategico dei PFAS. Il dibattito si è prettamente concentrato sull’evoluzione del quadro normativo europeo legato ai PFAS, sulle ricadute per il settore industriale e sulle possibili strategie per conciliare innovazione, competitività, sicurezza e sostenibilità ambientale. L’appuntamento ha registrato un’ampia partecipazione istituzionale (a livello italiano ed europeo) e un riscontro notevole.

In questo contesto, lo scorso 21 ottobre, durante la sessione Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, Federchimica ha organizzato un dinner-debate con gli eurodeputati italiani, con l’obiettivo di presentare le principali opportunità e sfide legate all’impiego dei PFAS nel settore industriale.

Alla luce dell’attenzione sempre crescente delle istituzioni sul tema, Federchimica proseguirà nelle proprie attività di advocacy, con l’obiettivo di rappresentare le proprie istanze: Salvaguardare la competitività dell’industria nel pieno rispetto degli standard ambientali e della tutela della salute pubblica.



ECONOMIA CIRCOLARE

DIRETTIVA GREEN CLAIMS

Nell’ultimo anno Federchimica ha seguito da vicino la proposta di Direttiva “Green Claims”, in particolare la regolamentazione delle asserzioni ambientali basate su score aggregati, rilevanti per settori come la cosmetica (beauty score). Il settore cosmetico ha chiesto di mantenerne l’uso, purché fondato su metodologie scientifiche solide, per evitare distorsioni di mercato ma tali proposte non sono state accolte per non compromettere l’unità della posizione industriale italiana, posizione sostenuta da Confindustria in linea con il comparto agroalimentare. Il Parlamento europeo ha invece mostrato maggiore apertura verso schemi privati certificati, ma nei triloghi sembra prevalere l’impostazione più restrittiva del Consiglio.

Il 20 giugno la Commissione europea ha annunciato il ritiro della proposta, motivando la decisione con il venir meno del consenso in Consiglio e con la volontà di tutelare circa 30 milioni di microimprese, escluse dalla proposta iniziale ma successivamente reintegrate nel testo in discussione. Diverse delegazioni, tra cui l’Italia, hanno formalmente ritirato il proprio sostegno alla proposta, ritenendola fonte di oneri sproporzionati per le microimprese e incoerente con l’agenda di semplificazione. Altri Stati membri, tra cui Francia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, hanno criticato la decisione della Commissione, sottolineando la necessità di salvaguardare la cooperazione leale tra istituzioni e il rispetto delle procedure legislative. Di conseguenza, la Presidenza Polacca ha sospeso i negoziati, non potendo più contare su una maggioranza qualificata.

In attesa di una riformulazione della proposta, si valuterà se la Presidenza danese elaborerà un nuovo mandato negoziale. Intanto, la Commissione ha ribadito il proprio impegno a contrastare il greenwashing, pur nel rispetto degli equilibri politici e istituzionali.

REGOLAMENTO FINE VITA DEI VEICOLI (ELV)

Dopo le elezioni europee del 2024, il dossier sul Regolamento “fine vita dei veicoli” (ELV) è stato assegnato alle Commissioni Ambiente (ENVI) e Mercato Interno (IMCO) del Parlamento europeo. I due relatori hanno presentato le loro relazioni a gennaio 2025, ricevendo circa 2000 emendamenti. A causa dell’elevato numero di emendamenti, l’esame e le consultazioni sono durati più del previsto, ma alla fine, lo scorso 7 luglio, è stata approvata una relazione emendata favorevole alla maggioranza dei membri di entrambe le Commissioni e il 9 settembre tale testo è stato approvato dall’intero emiciclo a Strasburgo. Dall’altra parte, il Consiglio ha adottato la propria posizione sulla proposta («approccio generale») il 17 giugno 2025, sotto la Presidenza Polacca come previsto nel proprio programma di lavoro.

Le posizioni dei due co-legislatori restano al momento distanti, in particolare su temi cruciali come la quantità minima di plastica riciclata, le categorie di veicoli da includere o escludere dal regolamento e la responsabilità estesa del produttore.

Attualmente, il lavoro di Federchimica si concentra su tre punti principali:

  1. escludere gli adesivi come ostacolo al riciclo dei veicoli a fine vita (riportato nel testo della Commissione europea);
  2. fissare il contenuto minimo di plastica riciclata al 20% - ritenuto un obiettivo realistico rispetto al 25% proposto dalla Commissione - con tempi più graduali e includendo anche plastica pre-consumo. Inoltre, eliminare il riferimento al “closed loop”, cioè l’obbligo che parte del 20% di plastica riciclata provenga da veicoli fuori uso. Questo procedimento, di fatto, poterne essere svantaggioso per lo sviluppo di una vera e propria circolarità delle materie plastiche;
  3. incentivare il recupero, il riacquisto e il riutilizzo dei fluidi refrigeranti nel settore automobilistico.

Alcune di queste proposte sono già state recepite nelle bozze dei due co-legislatori, anche grazie all’attività di advocacy portata avanti da Federchimica. La Federazione proseguirà comunque il proprio impegno nella seconda fase del processo legislativo — avviata con il trilogo del 16 ottobre — per assicurare che le esigenze dell’industria siano pienamente riconosciute e concretamente incorporate nel testo del Regolamento.

REGOLAMENTO DEFORESTAZIONE (EUDR)

Federchimica ha seguito l’iter del Regolamento sulla Deforestazione (EUDR), adottato nel giugno 2023. L’applicazione era prevista inizialmente per il 30 dicembre 2024 per le grandi imprese e il 30 giugno 2025 per micro e piccole imprese, ma a seguito delle preoccupazioni di Stati membri, Paesi terzi e operatori economici, la Commissione europea ha proposto a settembre 2024 di posticiparne l’entrata in vigore di 12 mesi.

Parlamento e Consiglio UE hanno approvato la modifica entro fine 2024, fissando le nuove date: 30 dicembre 2025 per le grandi imprese e 30 giugno 2026 per micro e piccole imprese. La Commissione, con una dichiarazione politica non vincolante, si è impegnata a supportare l’attuazione con misure di accompagnamento, tra cui una valutazione d’impatto, semplificazione normativa e riduzione degli oneri amministrativi, oltre a garantire che la piattaforma digitale per la due diligence e il meccanismo di classificazione del rischio dei Paesi siano operativi almeno sei mesi prima dell’entrata in vigore effettiva.

Rispettando le scadenze, il 23 maggio 2025 la Commissione ha pubblicato la prima lista di benchmark dei Paesi, classificati in basso, standard o alto rischio. Nonostante il rinvio e le maggiori certezze legali, molti Stati membri e stakeholder ritengono che i tempi restino troppo stretti. Inoltre, sembra che le problematiche tecniche del sistema informatico legato all’EUDR difficilmente verranno risolte entro la fine dell’anno. Per questo motivo, la Commissaria Jessika Roswall ha paventato l’idea di proporre un ulteriore rinvio di un anno, come già avvenuto in precedenza. Tuttavia, al momento non è ancora stata pubblicata alcuna bozza di regolamento che ufficializzi questa proposta.

TARGET 2040: MODIFICA DELLA LEGGE SUL CLIMA DELL'UE

Il 2 luglio 2025 la Commissione europea ha proposto una modifica alla Legge dell’Unione europea sul clima, fissando per il 2040 un obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni rispetto al 1990, integrando il Green Deal europeo e gli obiettivi già vincolanti per il 2030 e la neutralità climatica 2050. La proposta introduce alcuni limitati strumenti di flessibilità per le consentendo dal 2036 l’uso limitato di crediti internazionali di emissione di alta qualità (max 3% delle emissioni nette 1990 ma non utilizzabili nel sistema ETS) e riconosce solo le rimozioni permanenti di CO₂ per compensare le emissioni residue. Il dossier è guidato dal gruppo PfE, con relatore Ondřej Knotek, che ha pubblicato una relazione critica definendo gli obiettivi irrealistici e dannosi per l’industria europea. I gruppi di centrosinistra, Verdi, Sinistra e PPE hanno spinto per procedure urgenti, ma si è optato per una procedura ordinaria con scadenze rigide, con l’intento di trovare rapidamente un accordo. Federchimica, non ritiene la proposta della Commissione europea applicabile richiedendo prima una valutazione d’impatto sui target 2030 per discutere in modo responsabile eventuali obiettivi aggiuntivi al 2040.



SETTORE FARMACEUTICO

IL PACCHETTO FARMACEUTICO

Federchimica ha seguito da vicino l’iter legislativo del Pacchetto Farmaceutico, proposto dalla Commissione europea il 26 aprile 2023, che comprende una nuova Direttiva e un nuovo Regolamento destinati a sostituire l’attuale normativa farmaceutica dell’Unione. Il pacchetto mira ad affrontare in modo organico le principali sfide del settore, garantendo un migliore accesso dei pazienti ai medicinali, una maggiore sicurezza delle forniture nell’UE e un rafforzamento dell’innovazione orientata ai bisogni medici insoddisfatti e alle carenze di mercato.

Negli ultimi mesi, Federchimica ha svolto attività di advocacy con l’Onorevole Picaro (ECR, FdI), relatore ombra della Commissione per la Sanità Pubblica (SANT), responsabile per l’esame del Regolamento. Pur rilevando alcune criticità, Federchimica condivide gli obiettivi di fondo del Pacchetto, che punta a migliorare la disponibilità di farmaci innovativi, sicuri e accessibili, rafforzando al contempo la competitività dell’industria farmaceutica europea e la capacità di risposta dell’Unione alle crisi sanitarie.

CRITICAL MEDICINES ACT

L’11 marzo 2025, la Commissione europea ha presentato il Regolamento sui medicinali critici (CMA), volto a garantire che tutti i pazienti dell’UE abbiano accesso ai farmaci necessari e a rafforzare la sicurezza delle catene di approvvigionamento. I farmaci critici sono individuati in base alla gravità delle patologie e alla disponibilità limitata di alternative, e una loro carenza comporta gravi rischi per i pazienti.

Attraverso attività di advocacy, Federchimica ha sottolineato l’importanza che il Regolamento preveda misure concrete per rafforzare la capacità produttiva europea di principi attivi e componenti essenziali, mediante procedure autorizzative accelerate, semplificazione normativa, coordinamento tra Stati membri e criteri di appalto che promuovano resilienza, prossimità e sostenibilità.

Federchimica continuerà a seguire i lavori del Parlamento, partecipando attivamente al confronto istituzionale.



BIOTECNOLOGIE

Il New European Biotech Act, annunciato da Ursula von der Leyen, dovrebbe essere pubblicato entro la fine del 2025 e mira a semplificare i processi regolatori nel settore delle biotecnologie, favorendo il passaggio dalla ricerca alla produzione e alla commercializzazione. Fa parte della più ampia Strategia per le Scienze della Vita in Europa (Strategy for European Life Sciences), che punta a rendere l’UE leader globale entro il 2030, sostenuta da oltre 10 miliardi di euro annui, con l’obiettivo di generare 1,5 trilioni di euro e sostenere 29 milioni di posti di lavoro. Il Parlamento europeo sta definendo le proprie posizioni tramite le commissioni ITRE e SANT: il rapporto d’iniziativa propria (INI) di ITRE è già stato approvato in plenaria con 494 voti a favore, mentre la commissione SANT sta ancora preparando il proprio rapporto d’iniziativa, incentrato sugli aspetti di salute pubblica e sulle semplificazioni normative per le PMI. Federchimica segue il dossier, promuovendo l’advocacy e rappresentando il posizionamento di Assobiotec su priorità terapeutiche e diagnostiche in vista della futura legislazione europea.



STATO DELL’UNIONE 2025

Mercoledì 10 settembre la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha tenuto a Strasburgo il discorso annuale sullo Stato dell’Unione davanti al Parlamento europeo, seguito dal tradizionale dibattito con gli eurodeputati. È stato il primo stato dell’Unione del suo secondo mandato (2024–2029), quindi atteso anche come cambio di passo dopo le elezioni europee del 2024.

Durante l’intervento, la Presidente ha affrontato numerosi temi, soffermandosi in particolare su difesa e politica estera con il conflitto Russo Ucraino e le sanzioni alla Russia in primo piano. Molta enfasi è stata posta sull’indipendenza dell’Unione europa.

Per quanto riguarda il settore industriale, von der Leyen ha ricordato i dialoghi strategici già avviati con i rappresentanti di settori chiave come chimica, acciaio, farmaceutica e agricoltura. Ha quindi illustrato una serie di misure proposte dalla Commissione europea per sostenere e rilanciare economia, competitività e industria.

Tra queste, la preparazione di un Fondo per la competitività e il raddoppio del programma Horizon Europe, pacchetti “Omnibus” per ridurre la burocrazia, con un risparmio stimato di 8 miliardi di euro l’anno e l’istituzione del fondo multimiliardario “Scaleup Europe”, destinato a investimenti nelle nuove imprese ad alta crescita nei settori tecnologici critici.

A meno di sei mesi dalla presentazione della Strategia per il Mercato Unico da parte del Commissario interno Stéphane Séjourné, von der Leyen ha inoltre annunciato una nuova Roadmap per il Mercato Unico, che fisserà scadenze politiche fino al 2028. L’obiettivo è completare il mercato interno, ancora frammentato soprattutto nei settori della finanza, dell’energia e delle telecomunicazioni.

Per accelerare l’obiettivo del Clean Industrial Deal, la Commissione proporrà un Industrial Accelerator Act, volto a rafforzare i settori e le tecnologie strategiche. Tra le prossime iniziative figurano anche una proposta di “Battery Booster” per incrementare la produzione di batterie in Europa e nuovi criteri di appalto pubblico “Made in Europe”.

Infine, la Von der Leyen ha ribadito l’impegno della Commissione a rafforzare il riuso e il riciclo dei materiali critici, considerati fondamentali per tutelare l’autonomia strategica del continente. In questa prospettiva, la Commissione sta accelerando la preparazione del Circular Economy Act per il 2026.

Per concludere, a proposito dei dazi imposti dagli Stati Uniti all’Unione europea, la Presidente ha dichiarato di aver raggiunto il miglior risultato possibile, sostenendo che l’accordo commerciale offre una stabilità cruciale e previene una vera e propria guerra commerciale.



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