IL PROGRAMMA RESPONSIBLE CARE®
Responsible Care® è il Programma mondiale volontario di promozione dello sviluppo sostenibile dell’industria chimica, secondo valori e comportamenti orientati alla sicurezza, alla salute e all’ambiente, nell’ambito più generale della responsabilità sociale d’impresa.
Nato in Canada nel 1984, il Programma è attualmente adottato da 70 Paesi nel mondo. Nel 1989 Cefic lo ha promosso in Europa, dove è oggi attuato da oltre 4 mila imprese chimiche. Federchimica ha introdotto Responsible Care® in Italia nel 1992; vi aderiscono 173 imprese di grande, media e piccola dimensione, di proprietà nazionale ed estera (al 31.12.2024).
Responsible Care® supporta le imprese aderenti nell’integrazione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica nelle strategie aziendali, attraverso l’approccio del miglioramento continuo delle prestazioni e l’adozione di un sistema di gestione basato su due documenti di riferimento: il “Responsible Care® Management Framework” e il “Responsible Care® Self-Assessment WebTool” (Tool), realizzati da Cefic e adottati da Federchimica a livello nazionale.
Il Tool (Tavola 35) è uno strumento informatico interattivo che permette di effettuare in maniera rapida e autonoma una valutazione del livello di sostenibilità delle attività aziendali, che consiste in:
- una serie di consigli utili per il miglioramento delle prestazioni aziendali sullo sviluppo sostenibile;
- una valutazione rispetto a tutti i principali standard di certificazione (ISO 9001, ISO 14001, ISO 26000, ISO 45001, ISO 50001 ed EMAS) e rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) definiti dalle Nazioni Unite;
- un’analisi comparativa anonima delle proprie prestazioni (benchmark) rispetto a tutte le imprese chimiche a livello europeo e nazionale.
Cefic (European Chemical Industry Council) ogni due anni chiede alle imprese aderenti a Responsible Care® a livello europeo di valutare le proprie prestazioni di sostenibilità attraverso il Tool. I risultati ottenuti dalle imprese chimiche in Italia (in una scala da 1 a 4, dove 4 è il livello più elevato) hanno superato il benchmark europeo in tutte le sei aree di valutazione. Dalla leadership aziendale al contributo alla sostenibilità, dalla salvaguardia delle persone e dell’ambiente, alla gestione dei prodotti chimici, e al coinvolgimento dei partner aziendali e degli stakeholder, l’industria chimica del nostro Paese dimostra il suo impegno nel perseguire lo sviluppo sostenibile (Tavola 36).
LA RAPPRESENTATIVITÀ DEL PROGRAMMA E LA GENERAZIONE DI VALORE
Il Rapporto annuale Responsible Care® viene elaborato in base alla struttura dei principi europei di rendicontazione di sostenibilità (ESRS - European Sustainability Reporting Standard), individuati dalla Direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD - Corporate Sustainabilty Reporting Directive), tenendo anche in considerazione la logica e le caratteristiche di un bilancio aggregato di settore
Il 30° Rapporto annuale Responsible Care® presenta i risultati ottenuti da 173 imprese (al 29.11.2024), con 459 siti in Italia (unità produttive e/o logistiche), 44.411 dipendenti e un valore economico generato complessivamente di 35,6 miliardi di euro. Le imprese aderenti sono un campione molto significativo dell’ampio universo dell’industria chimica in Italia, di cui rappresentano il 53% del valore economico generato.
Altri dati e informazioni riportati nel testo relativi a parametri sociali, ambientali ed economici si riferiscono all’industria chimica complessiva in Italia con 112.700 dipendenti nel 2023 e un valore economico generato di 67,4 miliardi di euro e (Tavola 37). Da questo ammontare sono stati distribuiti agli stakeholder 61,6 miliardi di euro, il 91,4% del valore economico generato, mentre quasi il 65% del rimanente valore economico trattenuto contribuisce a finanziare investimenti indispensabili per la transizione ecologica e digitale del Paese. Nel 2023 le imprese chimiche aderenti a Responsible Care® hanno destinato a sicurezza, salute e ambiente 763 milioni di euro, il 2,1% del valore economico generato.
L’industria chimica ha, inoltre, un impatto in tutte le filiere economiche: i prodotti chimici trovano impiego dall’industria, all’agricoltura, ai servizi, ai consumi delle famiglie, e contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale di chi li utilizza, siano essi imprese industriali, utilizzatori professionali o consumatori.
LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Cambiamenti climatici, emissioni in aria, acqua e suolo, risorse idriche, biodiversità ed ecosistemi, uso delle risorse ed economia circolare: queste sono le grandi sfide da affrontare nei prossimi anni per perseguire una crescita compatibile con la salute del pianeta.
La dimensione ambientale della sostenibilità è un tema molto rilevante che le imprese chimiche – in particolare quelle aderenti a Responsible Care® - si impegnano a rendicontare e perseguire promuovendo la riduzione degli impatti ambientali, anche attraverso modelli economici circolari, con il miglioramento continuo di processi e prodotti e tramite ricerca e innovazione.
I risultati ottenuti dal settore sono molto significativi e le serie storiche raccontano un miglioramento costante sul fronte della sostenibilità ambientale, che dura da oltre trent’anni, indipendentemente dall’andamento economico congiunturale.
CAMBIAMENTI CLIMATICI
Tra i temi più rilevanti per il settore chimico ci sono i cambiamenti climatici legati alle emissioni di gas a effetto serra, che risulta uno dei temi di maggiore attenzione per gli stakeholder delle imprese chimiche nella valutazione degli impatti (positivi e negativi).
L’impatto sui cambiamenti climatici da parte di un’impresa, di un’organizzazione o di un singolo può avvenire attraverso emissioni dirette (scope 1) ed emissioni indirette (scope 2 e scope 3). Le emissioni scope 3 non sono aggregabili senza incorrere in doppi conteggi e di conseguenza non rendicontabili a livello di settore.
Le emissioni dirette (scope 1) di gas serra dell’industria chimica si sono ridotte del 64% rispetto al 1990 e sono già in linea con gli obiettivi comunitari per il 2030 (-55%) (Tavola 38).

Questo importante risultato ottenuto dall’industria chimica è significativamente correlato a una sempre maggiore efficienza produttiva, come dimostra l’indice delle emissioni specifiche, calcolato a parità di produzione, che si è ridotto del 56% rispetto al 1990.
Sempre rispetto al 1990, l’industria chimica ha inoltre ridotto del 73% le emissioni indirette di tipo scope 2, legate all’utilizzo di energia elettrica e vapore, in continuo e costante miglioramento anche nel medio e breve periodo. Alla base di questo notevole risultato ci sono la modernizzazione di impianti, processi e macchine delle imprese chimiche, gli efficientamenti produttivi e il cambiamento del mix di produzione dell’elettricità, con un maggiore impiego di fonti rinnovabili, dell’industria energetica.
Nel complesso - considerando le emissioni dirette e indirette - negli ultimi 30 anni l’industria chimica ha ridotto i propri impatti sui cambiamenti climatici del 67% (Tavola 39). Le imprese aderenti a Responsible Care® hanno ridotto il proprio impatto sui cambiamenti climatici del 77%, dimostrando ancora una volta di essere l’eccellenza del settore.

Per conseguire gli obiettivi sui cambiamenti climatici, l’industria chimica si è fortemente impegnata a ridurre il proprio consumo energetico. Rispetto al 1990, i consumi finali di energia dell’industria chimica in Italia si sono ridotti del 50,0%; in particolare le imprese aderenti a Responsible Care® lo hanno ridotto del 66,7% rispetto al 1995. Questi risultati per il settore sono da correlarsi anche a un notevole incremento dell’efficienza energetica: +38,4% dal 2000 (Tavola 40, Tavola 41). Un risultato, quest’ultimo, molto rilevante considerato che l’Unione Europea si è posta come obiettivo a livello comunitario l’incremento dell’efficienza energetica del 32,5% entro il 2030.
Tra i consumi energetici, quello da fonti fossili rimane prevalente e indispensabile per fornire l’energia necessaria al funzionamento degli impianti. Negli ultimi anni, laddove possibile, è stata introdotta una quota di energia rinnovabile, che è passata dal 4,1% del totale nel 1990 al 15,0% nel 2022. Si tratta di un incremento dovuto in piccola parte all’utilizzo di biocombustibili ma, soprattutto, all’acquisto di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, che è passata dal 16,4% del 1990 al 34,9% nel 2022.

EMISSIONI IN ACQUA, ARIA E SUOLO
L’attenzione verso un’economia più sostenibile comporta azioni per la mitigazione degli impatti su acqua, aria e suolo attraverso la riduzione delle emissioni, nonché la gestione corretta delle sostanze preoccupanti e/o estremamente preoccupanti durante le fasi di produzione, uso, distribuzione e commercializzazione.
Le principali emissioni in atmosfera non comprese nei gas a effetto serra sono gli NOX (ossidi di azoto) e la SO2 (anidride solforosa), ovvero le sostanze chimiche maggiormente responsabili del fenomeno dell’acidificazione delle piogge, i COV (composti organici volatili) e le polveri (o particolato). Rispetto al 1990, le imprese chimiche hanno registrato una riduzione di questi indicatori di valori compresi tra il -90% e il -97%; le imprese aderenti a Responsible Care® hanno ottenuto prestazioni ancora migliori. Tale risultato è stato reso possibile grazie a innovazioni di processo, nuove formulazioni, nuove tecnologie e sistemi di abbattimento delle emissioni degli impianti (Tavola 42).

Le imprese aderenti a Responsible Care® sono anche molto attente alla qualità dei corpi idrici in cui immettono le proprie acque di scarico e sono impegnate a minimizzare la quantità di sostanze inquinanti in esse contenute, attraverso miglioramenti di processo e di prodotto, nonché l’introduzione di nuove tecnologie per il loro abbattimento. Questo impegno, congiuntamente con altre iniziative, ha permesso di migliorare gli impatti sulla biodiversità dei corsi d‘acqua dolce e del mare. Infatti, i principali parametri presi in considerazione nel 2023 presentano valori inferiori rispetto al 1990: le riduzioni vanno dal -36% del fosforo (P) al -83% della domanda chimica di ossigeno (COD) (Tavola 43).

ACQUA E RISORSE MARINE
L’industria chimica è fortemente impegnata anche nella gestione efficiente delle risorse idriche. Nel 2023 i prelievi di acqua delle imprese aderenti a Responsible Care® sono stati pari a 911 milioni di m3, con una riduzione di 172 milioni di m3 rispetto al 2022 e di 1.225 milioni di m3 rispetto al 2005, primo anno per il quale è disponibile un dato significativo e attendibile.
La fonte principale di approvvigionamento è il mare (73,5%) che, insieme all’acqua di fiume (12,1%), viene impiegata proprio per il raffreddamento degli impianti; questo utilizzo (86,5% del totale) comporta un limitato impatto ambientale: la parte di acqua che non evapora durante il processo di raffreddamento viene riutilizzata o restituita ai corpi idrici.
L’acqua dolce (fiume, pozzo e acquedotto), la più pregiata e indispensabile per gli ecosistemi, con 241 milioni di m3 nel 2023 rappresenta solo il 26,5% dei prelievi di acqua delle imprese aderenti a Responsible Care®; la diminuzione annua dei prelievi di acqua dolce rispetto al 2005 è stata del 58,4%, pari a 339 milioni di m3 (Tavola 44).

Il prelievo di acqua potabile rappresenta solo il 5,7% dell’acqua dolce (1,5% sul totale prelevato) e nel 2023 è stato di oltre 13,8 milioni di m3, valore considerevolmente inferiore rispetto al 2005 (oltre 20 milioni di m3).
I prelievi specifici di acqua (ossia calcolati a parità di produzione), si sono ridotti del 40,5% rispetto al 2005. Per l’acqua dolce la diminuzione è stata del 42,1%, una prova tangibile dell’attenzione delle imprese chimiche per la salvaguardia delle risorse idriche del pianeta.
ECONOMIA CIRCOLARE
“Economia circolare” definisce un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo. Un’economia dove il valore di prodotti, materiali e risorse è mantenuto ne sistema economico il più a lungo possibile, attraverso efficienza e attività di prevenzione, riuso, raccolta e riciclo dei rifiuti.
L’industria chimica nel 2022 ha prodotto 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti, in calo rispetto agli anni precedenti. Le imprese aderenti a Responsible Care® perseguono questo modello ponendo, in primo luogo, particolare attenzione a prevenire la produzione dei rifiuti. La quantità totale dei rifiuti prodotti dalle imprese aderenti a Responsible Care® nel 2023 è stata 0,8 milioni di tonnellate (di cui il 52% pericolosi), in riduzione rispetto al 2022 (1,1 milioni di tonnellate). Un’ulteriore testimonianza dell’attenzione riposta dalle imprese chimiche per contribuire a creare un’economia circolare che tenda a riutilizzare il rifiuto o a trasformarlo in nuova risorsa la si può dedurre dalla destinazione dei rifiuti prodotti: il riciclo con il 45,5% è la prima modalità di smaltimento. Il resto dei rifiuti viene smaltito mediante un trattamento chimico, fisico o biologico (19,0%), attraverso il ripristino ambientale (6,2%), inviato a incenerimento (5,8%), smaltito attraverso la discarica (5,1%), o destinato ad altri trattamenti (18,4%).
Più nel dettaglio si può osservare che la quantità percentuale di rifiuti prodotti avviati a riciclo da parte delle imprese aderenti a Responsible Care® è aumentata di oltre 22 punti percentuali rispetto al 2015. Ancora più significativo è il dato relativo ai rifiuti pericolosi avviati a riciclo, che passano dal 32,4% del 2015 al 40,8% del 2023, un dato particolarmente importante che evidenzia l’impegno delle imprese chimiche a garantire la migliore destinazione di smaltimento dei propri rifiuti a maggiore pericolosità (Tavola 45).
LA SICUREZZA E SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO
Sicurezza e salute sono il primo impegno delle imprese chimiche, sempre più attente a garantire un eccellente livello di benessere sui luoghi di lavoro. L’incidenza degli infortuni nell’industria chimica è inferiore del 39% rispetto alla media manifatturiera. Le imprese aderenti a Responsible Care® sono l’eccellenza dell’industria chimica (-33% rispetto al settore).
Nel dettaglio, l’andamento dell’indice degli infortuni dell’industria chimica mostra una riduzione del 44% nel 2023 rispetto al 2010. Negli ultimi tre anni, nonostante il ritorno al normale svolgimento delle attività produttive, si è registrato un aumento solo relativo del fenomeno infortunistico, che si attesta nel 2023 a un valore inferiore del 10% rispetto al 2019 (Tavola 46).
La sensibilizzazione dei dipendenti verso atteggiamenti sicuri e responsabili, l’innovazione nell’ambito delle tecnologie digitali e l’introduzione di buone pratiche organizzative sono i principali fattori che hanno contribuito a questo risultato.

L’industria chimica e le imprese aderenti a Responsible Care® sono impegnate a preservare la salute dei propri dipendenti, garantendone sia l’integrità fisica, sia quella relativa a patologie connesse con lo stress lavoro-correlato, attraverso organizzazione e luoghi di lavoro idonei allo svolgimento dell’attività professionale con il minor rischio tecnopatico possibile per i lavoratori. L’industria chimica è tra i settori in cui è più bassa l’incidenza di patologie connesse allo svolgimento di mansioni professionali in proporzione all’attività lavorativa effettuata (-68% rispetto all’industria manifatturiera).
L’andamento dell’indice di frequenza delle malattie professionali nel periodo 2010-2023 mostra una tendenza in significativa riduzione (-70%). L’ultimo triennio è caratterizzato da un rilevante miglioramento del parametro, il cui andamento mostra una costante riduzione anche rispetto al periodo pre-pandemico (-54% rispetto al 2019). Nel 2023, nell’industria chimica sono state registrate 0,13 malattie professionali per milione di ore lavorate.