CHIMICA, TRANSIZIONE, FUTURO
Con il termine sostenibilità si definisce ‘la condizione di sviluppo che assicuri il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future’. Per molti, però, la parola sostenibilità è, di fatto, un più semplicistico sinonimo di tutela dell’ambiente: è sostenibile ciò che è green, quindi naturale, non industriale e, il più delle volte, non chimico.
Anche la natura è chimica: eppure, si continua a contrapporre ciò che è naturale a ciò che è chimico, ovvero ciò che è buono a ciò che è cattivo. In base a vecchi e infondati pregiudizi, quindi, chimica e sostenibilità sarebbero agli opposti. Nulla di più inesatto.
All’origine di queste convinzioni, diffuse quanto immotivate, ci sono orientamenti pseudoscientifici e populisti che, facendo leva sull’emotività e non su dati concreti, penalizzano i prodotti chimici, disconoscendone il ruolo fondamentale per il nostro benessere e il nostro progresso tecnologico. Con il riscontro negativo di danneggiare un’Industria così strategica per lo sviluppo sostenibile.
Demonizzare la chimica significa anzitutto ignorare un’esigenza del presente: oggi il 95% dei manufatti contiene almeno una sostanza chimica e sarebbe davvero impossibile farne a meno.
Rinunciare alla chimica nel nome di una concezione green suggestiva quanto miope, però, tradisce anche una promessa di futuro: infatti, la tanto auspicata - e necessaria - transizione ecologica non ha possibilità di realizzarsi senza il contributo prezioso di questa scienza e del suo settore industriale.
È necessario che si affermi non solo quanto la chimica – e la sua industria - contribuisca a migliorare la qualità della vita, ma anche a preservare le risorse naturali, a fornire soluzioni alle grandi sfide che ci attendono - quella climatica anzitutto - ma anche alla necessità di sfamare una popolazione mondiale in aumento.
L’Industria chimica, con la sua pervasività, si colloca a monte di moltissime filiere produttive e va perciò considerata una competenza abilitante per il Made in Italy e per lo sviluppo sostenibile, capace di trasferire tecnologia e innovazione a tutti i settori che alimenta.
Dunque, un futuro senza chimica, ma anche solo con meno chimica, sarà certamente un futuro peggiore: queste le parole chiave della comunicazione, da ribadire anche in ambito istituzionale e in contesti di dibattito pubblico, affinché il settore si appropri pienamente del ruolo fondamentale che gli compete.