Lo scenario europeo

L'inizio della X legislatura del Parlamento europeo, avviata il 16 luglio 2024, segna un periodo di transizione cruciale per l'Unione europea (UE). Le Istituzioni si trovano ad affrontare sfide complesse e interconnesse, tra cui la transizione ecologica, la digitalizzazione, la crisi energetica, il conflitto in Ucraina e la gestione dei flussi migratori. Parallelamente, l'UE si impegna a rafforzare la coesione interna e a promuovere una crescita economica sostenibile e inclusiva. La nuova configurazione istituzionale riflette un panorama politico in evoluzione, con implicazioni significative per l'agenda legislativa e le priorità strategiche dell'Unione. Mentre alcuni dossier chiave sono stati conclusi nella legislatura precedente, altri emergono come prioritari, delineando nuovi percorsi per le politiche europee nei prossimi anni.

ELEZIONI EUROPEE E NUOVO PARLAMENTO

Ogni cinque anni, i cittadini degli Stati Membri dell’Unione europea sono chiamati a votare per eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo. Nel 2024, le elezioni europee si sono tenute tra il 6 e il 9 giugno, con la conseguente elezione di 720 eurodeputati che hanno dato avvio alla X legislatura del Parlamento. Il numero di rappresentanti eletti da ciascun Paese è proporzionale alla sua popolazione. L'Italia, con circa 59 milioni di abitanti, ha diritto di esprimere 76 deputati, mantenendo lo stesso numero della scorsa legislatura.

A livello italiano, il partito Fratelli d’Italia ha ottenuto 24 seggi, diventando la delegazione nazionale più numerosa all’interno del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), consolidando così la sua posizione di rilievo. Anche il Partito Democratico (PD) ha ottenuto un successo significativo, eleggendo 21 deputati e diventando la principale delegazione nel Gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D).

Altri partiti italiani, come il Movimento 5 Stelle (M5S), Forza Italia e la Lega, hanno registrato percentuali di voto comprese tra il 9% e il 10%. Dopo lunghe trattative, gli otto rappresentanti del M5S si sono uniti al Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo (GUE/NGL). Forza Italia con 8 deputati, insieme al deputato di Südtiroler Volkspartei, ha confermato l’adesione di lunga data al Partito Popolare Europeo (PPE). La Lega, a seguito dello scioglimento del Gruppo Identità e Democrazia, ha aderito al nuovo gruppo Patrioti per l’Europa (PfE) con otto deputati, un numero significativamente ridotto rispetto alla precedente legislatura. L'Alleanza Verdi/Sinistra ha ottenuto circa il 7% dei voti e sei deputati: quattro di questi si sono uniti al Gruppo I Verdi/Alleanza Libera Europea, mentre due hanno aderito al Gruppo di sinistra al Parlamento europeo (GUE/NGL).

A livello europeo, il Parlamento presenta una distribuzione numerica differente rispetto al passato e una maggiore frammentazione, anche se l’equilibrio politico complessivo tendenzialmente non subirà sostanziali cambiamenti rispetto alla legislatura appena conclusa. La maggioranza politica molto probabilmente continuerà ad essere formata principalmente da una coalizione tra i Popolari (PPE), i Socialisti (S&D) e i Liberali (Renew Europe). Questi tre gruppi mantengono, infatti, una quota di seggi sufficiente per collaborare e formare un blocco decisionale stabile, come è avvenuto nelle precedenti legislature, anche se non si possono escludere maggioranze o alleanze diverse in alcune votazioni chiave.

Con 188 seggi, il PPE rimane il gruppo più numeroso, mantenendo così una posizione dominante in Parlamento. Al secondo posto, il gruppo S&D ha ottenuto 136 seggi, registrando una lieve diminuzione rispetto alla scorsa legislatura. Il nuovo gruppo Patrioti per l’Europa (PfE), che ha beneficiato della riorganizzazione del precedente Gruppo Identità e Democrazia, si è terzo con 84 seggi, in crescita di 30 rispetto al gruppo Identità e Democrazia della scorsa tornata elettorale.

In quarta e quinta posizione troviamo l'ECR con 78 seggi, seguito a breve distanza dal gruppo centrista Renew Europe, che ha totalizzato 77 seggi, registrando una riduzione significativa rispetto al 2019. Il gruppo I Verdi/Alleanza Libera Europea ha subito una decisa flessione, scendendo a 53 seggi, riflettendo una diminuzione del consenso in vari Paesi membri, in primis la Germania. Il gruppo GUE/NGL ha visto invece un incremento, raggiungendo 46 seggi grazie all’adesione del M5S. Infine, il nuovo gruppo Europa delle Nazioni Sovrane, di estrema destra, ha ottenuto 25 eurodeputati, attestandosi come il più piccolo tra i gruppi parlamentari.

Sebbene la formazione dei gruppi politici all'interno del Parlamento europeo sia attualmente stabilita, i numeri potrebbero variare nel corso della legislatura, in quanto non sono rari i cambi di schieramento da parte di deputati o intere delegazioni. Monitorare l'evoluzione della composizione del Parlamento sarà essenziale per comprendere i futuri sviluppi legislativi e i nuovi equilibri politici all'interno dell'Unione.



URSULA VON DER LEYEN RIELETTA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

L’inizio della nuova legislatura europea non segna solo l’insediamento di un nuovo Parlamento europeo (PE), ma anche la formazione di una nuova Commissione europea (CE). A luglio 2024, Ursula von der Leyen è stata rieletta Presidente della Commissione, grazie al voto favorevole del Parlamento riunito in sessione plenaria a Strasburgo. Lo stesso giorno, von der Leyen ha presentato il programma Europe’s Choice, che definirà le priorità della Commissione per il periodo 2024-2029.

Il suddetto programma si articola in sette aree strategiche, che includono temi chiave come la sostenibilità ambientale, la competitività economica, la difesa comune, il miglioramento della qualità della vita e la tutela dei diritti fondamentali. Questi temi mirano a coniugare la crescita economica ed industriale con il rispetto degli standard ambientali, sostenendo allo stesso tempo lo sviluppo di tecnologie pulite e il raggiungimento degli ambiziosi traguardi climatici stabiliti dall'UE. Dunque, le iniziative legislative - contenute nel programma e previste nei prossimi cinque anni - saranno cruciali per garantire all’Unione europea di essere un leader globale nella transizione verso un’economia più verde, innovativa e competitiva.

NUOVE PROPOSTE LEGISLATIVE

Nel settembre 2024, durante la sessione Plenaria di Strasburgo, Ursula von der Leyen ha ufficialmente presentato l’organigramma del nuovo Collegio dei Commissari, assegnando anche i portafogli a ciascun Commissario designato. Successivamente, ha inviato loro delle lettere ufficiali di incarico. Questi documenti formali illustrano in dettaglio le responsabilità principali, gli obiettivi strategici e le priorità politiche che ciascun Commissario dovrà perseguire nel corso del mandato quinquennale 2024-2029.

Nel suo programma e nelle lettere di incarico, Ursula von der Leyen ha posto una forte enfasi su settori strategici per l’industria europea, inclusa l’industria chimica. La Presidente ha infatti annunciato l’intenzione di introdurre un nuovo Pacchetto Industriale Chimico (Chemical Industry Package), che mirerà a semplificare il Regolamento REACH, rivedere la definizione di PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) e sostenere l'innovazione in questo settore chiave. Come anche indicato nelle lettere di missione di Stéphane Séjourné – Vice Presidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale e di Jessika Roswall - Commissario per l'ambiente, la resilienza delle acque e un'economia circolare competitiva – l'obiettivo del nuovo pacchetto è quello di garantire che le industrie chimiche europee possano operare in un contesto regolatorio chiaro, mantenendo alti standard di sicurezza e competitività, anche in un contesto di crescente transizione ecologica. 

I due Commissari designati sopra indicati dovranno anche seguire un’altra importante iniziativa proposta, ovvero la nuova legge sull’Economia Circolare (Circular Economy Act): quest’ultima è volta a promuovere un'economia più circolare e resiliente, incoraggiando l'uso di materie prime secondarie, diminuendo la produzione di rifiuti e riducendo al minimo la dipendenza dell'Europa da fonti esterne di materiali critici. Tale legge consentirà di creare un mercato unico per i rifiuti e le materie secondarie, con l'obiettivo di aumentare la domanda di materiali riciclati e migliorare le pratiche di gestione dei rifiuti. L'obiettivo più ampio è quello di costruire un'economia circolare autosufficiente, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e competitività dell'UE. Queste misure sono particolarmente rilevanti per l'industria chimica, sostenendo la transizione verso modelli produttivi più sostenibili.  

Tra le proposte più rilevanti per il settore industriale e chimico c'è anche la presentazione di un Accordo Industriale Pulito (Clean Industrial Deal), previsto nei primi 100 giorni del nuovo mandato. Questa proposta mira a decarbonizzare l’economia europea e a potenziare la competitività industriale attraverso semplificazioni normative, investimenti strategici e garanzie di approvvigionamento energetico e di materie prime sicure e sostenibili. Nello specifico, questo nuovo Accordo consentirebbe di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra; aiutare le imprese nella transizione verde e accrescere la loro competitività; diminuire la dipendenza dell'UE da forniture energetiche esterne, promuovendo al contempo lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile all'interno del territorio europeo, e rendere l'Europa leader nelle tecnologie verdi. Come indicato nelle lettere di missione inviate da Ursula von der Leyen, questi aspetti saranno attentamente seguiti dal Vice Presidente Stéphane Séjourné; da Teresa Ribera, Vice Presidente per una transizione pulita, giusta e competitiva; da Wopke Hoekstra, Commissario per il clima la crescita pulita e l'ambiente. Insieme avranno il compito di creare e introdurre questo Accordo in maniera efficiente e pragmatica, tenendo a mente l’obbiettivo di decarbonizzazione e competitività industriale.

Parallelamente, von der Leyen ha riaffermato l’impegno a perseguire obiettivi climatici ambiziosi, come l’implementazione del quadro normativo esistente per raggiungere gli obbiettivi fissati nel 2030 (meno 55% di emissioni) e la carbon-neutralità entro il 2050. Inoltre, nelle lettere di incarico per la Vice Presidente Ribera e il Commissario Hoekstra, la Presidente della Commissione ha invitato a presentare una nuova Proposta legislativa da inserire nella legge europea sul clima al fine di ridurre del 90% le emissioni entro il 2040. L’obbiettivo sarà raggiungere questi target attraverso un dialogo costante con i vari stakeholders e le industrie europee. Questa transizione verde verrà inoltre sostenuta da un Fondo Europeo per la Competitività (European Competitiveness Fund), concepito per mobilitare finanziamenti pubblici e privati, e da misure specifiche per garantire una transizione giusta, con un focus sulla formazione professionale e lo sviluppo delle competenze attraverso l’iniziativa Union of Skills. 

Queste rappresentano solo alcune delle principali iniziative legislative proposte dalla Commissione europea per il prossimo quinquennio, destinate a influenzare significativamente il settore industriale sia a livello europeo che italiano. Pertanto, Federchimica si impegnerà attivamente a monitorare gli sviluppi di tali proposte affinché siano allineate con le esigenze specifiche del settore chimico italiano.



REPORT DRAGHI E LETTA

I report di Mario Draghi, noto come The Future of the European Competitiveness, e di Enrico Letta Much more than a Market hanno fornito analisi e raccomandazioni cruciali per il futuro dell'UE.

Il rapporto Draghi, commissionato nel 2023 da Ursula von der Leyen e presentato il 9 settembre 2024, enfatizza la necessità di aumentare gli investimenti pubblici e privati, rafforzare il mercato unico e migliorare la governance economica dell'UE per mantenere la competitività globale. Propone riforme strutturali per stimolare l'innovazione e la produttività, sottolineando l'importanza di una politica industriale coordinata. Il report contiene importanti riferimenti all’industria chimica, sottolineando come l’innovazione in questo settore sia essenziale per la transizione energetica pulita. Nonostante i costi elevati di energia, materie prime e manodopera, l’UE rimane un leader nella produzione di prodotti chimici. Tuttavia, il rapporto evidenzia l’impatto negativo che un futuro divieto di alcune sostanze PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) potrebbe avere, ostacolando la produzione di tecnologie essenziali per la transizione verde, come batterie ed elettrolizzatori, per le quali non esistono alternative. Il rapporto sottolinea inoltre il ruolo cruciale delle industrie ad alta intensità energetica (EII), come l'industria chimica, nella riduzione delle dipendenze strategiche dell'UE e nella decarbonizzazione. Draghi critica il fatto che solo una piccola parte dei proventi del Sistema di Scambio delle Emissioni (ETS) viene destinata alla decarbonizzazione di queste industrie, proponendo di aumentare i fondi per sostenere progetti di riduzione delle emissioni.

Il report Letta, commissionato dal primo ministro belga Alexander de Croo (nel ruolo di Presidenza belga del Consiglio UE) e presentato il 17 aprile 2024 durante il Consiglio europeo straordinario, si concentra sul rafforzamento e l'approfondimento del mercato unico, proponendo misure per ridurre la frammentazione, migliorare l'integrazione dei servizi e potenziare la resilienza delle catene di approvvigionamento europee. Secondo Letta, il Mercato unico, che per decenni ha permesso la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone, dovrebbe essere allargato all'energia, alle telecomunicazioni e alla finanza. Questi settori, inizialmente considerati troppo strategici per essere estesi oltre i confini nazionali, dovrebbero essere integrati in tutta l'UE per rendere il blocco una destinazione maggiormente attraente per gli investimenti. Un’altra delle proposte più audaci avanzate da Letta riguarda la possibilità di adottare un approccio paneuropeo agli aiuti di Stato, prerogativa di sostegno alle imprese attualmente riservata ai governi nazionali. Letta suggerisce un meccanismo di contribuzione che richieda agli Stati membri di destinare una porzione delle loro sovvenzioni nazionali per finanziare iniziative paneuropee e investimenti.  In questo modo, si legge nella relazione, si potrebbero evitare quelle distorsioni e le disparità nel Mercato Unico che derivano dai differenti spazi fiscali disponibili negli Stati membri.

Questi report potrebbero influenzare significativamente l'agenda della futura Commissione europea, guidando le politiche in materia di competitività, innovazione, mercato unico e transizione verde. Le loro raccomandazioni potrebbero tradursi in iniziative concrete per rafforzare la posizione dell'UE nell'economia globale e accelerare la transizione verso un'economia più sostenibile



LA DICHIARAZIONE DI ANVERSA: UN PUNTO DI SVOLTA PER L’INDUSTRIA EUROPEA

In risposta alle sfide senza precedenti affrontate dal settore industriale europeo - tra cui la crisi energetica, la pandemia di COVID-19 e l'ambizioso quadro normativo del Green Deal - il 20 febbraio 2024, 73 leader industriali hanno presentato la "Dichiarazione di Anversa" al Primo Ministro belga Alexander De Croo e alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Federchimica, riconoscendo l'importanza strategica di questa iniziativa, ha non solo cofirmato la Dichiarazione, ma ha anche partecipato attivamente all'evento.

La Dichiarazione, pur riaffermando l'impegno dell'industria europea verso una transizione verde e sostenibile, delinea con chiarezza i prerequisiti essenziali per mantenere e rafforzare la competitività e la resilienza dell'Europa nel contesto globale. Il documento articola dieci strategie chiave mirate a conciliare il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici 2050 proposti dalla Commissione con la salvaguardia del tessuto industriale europeo.

Un punto centrale della Dichiarazione è il riconoscimento del ruolo imprescindibile del settore industriale come motore della transizione ecologica. In particolare, viene evidenziato il contributo fondamentale del settore chimico, le cui tecnologie e innovazioni sono considerate cruciali per il successo della transizione e il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Le linee guida successivamente pubblicate dalla Commissione europea e il report di Mario Draghi evidenziano numerosi aspetti della Dichiarazione, mostrando un nuovo impegno per sostenere e proteggere l'industria europea, unendo politiche industriali, commerciali e concorrenziali in un approccio integrato. Le conclusioni, dunque, sono le medesime: supportare l'industria europea in questo processo di decarbonizzazione, offrendo supporto finanziario e riducendo gli obblighi burocratici.

Federchimica si impegna a monitorare attentamente i prossimi sviluppi e le azioni concrete della Commissione europea, auspicando che i principi e le strategie delineate nella Dichiarazione di Anversa si traducano in politiche efficaci e misure di supporto tangibili per l'industria europea.



COMPETITIVITÀ E PRESIDENZA UNGHERESE

Nel secondo semestre del 2024, la Presidenza ungherese del Consiglio dell'UE ha dato grande impulso alle discussioni sulla competitività industriale europea, tema centrale per la crescita economica e la resilienza del mercato unico. La Presidenza ha sottolineato la necessità di rafforzare la competitività delle industrie europee attraverso politiche che favoriscano l'innovazione, la digitalizzazione e la transizione verde, in linea con i recenti rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta. Un'attenzione particolare è stata riservata alle piccole e medie imprese (PMI), riconoscendone il ruolo cruciale per il tessuto economico europeo e promuovendo un quadro normativo che ne faciliti l'accesso al mercato unico e la crescita sostenibile.

La nuova legislatura sarà quindi chiamata a garantire che la sostenibilità e la competitività procedano di pari passo, stimolando l'innovazione e fornendo un supporto adeguato alle industrie strategiche, affinché l'Europa possa mantenere la sua leadership economica e industriale nello scenario globale.



CHEMICALS STRATEGY FOR SUSTAINABILITY

I lavori riguardanti la strategia chimica per la sostenibilità (CSS) hanno subito una grande accelerazione, soprattutto nella parte finale della scorsa legislatura. Questa strategia, interamente dedicata al settore chimico e facente parte del Green Deal europeo, ha come obbiettivo quello di proteggere i cittadini e l'ambiente, promuovendo l'innovazione per prodotti chimici più sicuri e sostenibili. In particolare, l’Unione europea sta mettendo in atto azioni al fine di vietare l’impiego delle sostanze chimiche più dannose nei prodotti di consumo, eliminare gradualmente l'uso delle PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) nell'UE (a meno che il loro uso non sia essenziale), incentivare gli investimenti e la capacità innovativa per la produzione e l'uso di sostanze chimiche sicure e sostenibili e svolgere un ruolo di primo piano a livello globale e valutando il divieto di esportare sostanze chimiche vietate nell'UE.

REGOLAMENTO SULLA CLASSIFICAZIONE, L’ETICHETTATURA E L’IMBALLAGGIO DELLE SOSTANZE CHIMICHE E DELLE MISCELE (CLP)

La revisione del Regolamento CLP è stata oggetto di gran fermento in particolare nel periodo a ridosso delle elezioni europee. Il progetto di Relazione della commissione parlamentare europea per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) inizialmente rifletteva le priorità di Federchimica e Cefic (Associazione europea della chimica), ma durante i negoziati iniziati a maggio 2023, il testo ha subito peggioramenti, soprattutto riguardo alle sostanze multicomponente (MOC), alle indicazioni ambientali (environmental claims) e alla formattazione e tempistiche di implementazione dei requisiti per le nuove delle etichette. Federchimica ha segnalato tempestivamente queste criticità ai relatori ombra italiani, Ministeri competenti e Rappresentanza Permanente con cui ha seguito l’intero iter del dossier.

Dopo diverse riunioni tra le Istituzioni nell'autunno del 2023, è stato raggiunto un accordo provvisorio, approvato dal Parlamento europeo il 23 aprile 2024. Sebbene migliorato rispetto alla prima posizione negoziale del Parlamento, il testo finale presenta ancora difficoltà per il settore chimico. Le sostanze MOCs saranno valutate in base alle informazioni sui componenti noti. Inoltre, è prevista una deroga temporanea per i MOCs limitata però ai soli oli essenziali. Infine, i requisiti sulla formattazione delle etichette rimangono troppo stringenti, aumentando oneri e rallentando i processi aziendali.

Nonostante la velocità della discussione e approvazione del Dossier, non ci sono stati i tempi tecnici per l’approvazione finale e la pubblicazione del CLP prima della fine della IX legislatura. L’esame giuridico-linguistico, detto comunemente corrrigendum, è stato dunque adottato durante la prima plenaria di settembre, con nessun tipo di obiezione da parte di Gruppi politici o eurodeputati. Durante il Consiglio ambiente di ottobre 2024, il Consiglio ha approvato all’unanimità il testo rettificato di CLP. A seguire, è attesa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.

REVISIONE REGOLAMENTO REACH

Ancora tanta attesa per la Revisione del REACH. La Commissione europea aveva indicato come prioritaria la suddetta Revisione all’inizio della precedente legislatura. Da allora, la CE ha continuato a ritardare l'effettiva presentazione della proposta. Quest’ultima era stata posticipata per la fine del 2022, poi rinviata all’ultimo semestre del 2023 ed infine slittata di nuovo a data da destinarsi. Tuttavia, le linee guida offerte dalla nuova Commissione riportano chiaramente la volontà di rilanciare la revisione REACH per semplificare e aggiornare il suddetto regolamento. Dato che la Danimarca è sempre stata grande fautrice di un rinnovamento sistematico del suddetto Regolamento, la Presidenza di turno danese (secondo semestre 2025) probabilmente cercherà in tutti i modi di spingere la Commissione a pubblicare la Proposta ed iniziare i lavori quanto prima. Si prevede che l’ambiziosa posizione della Danimarca riguardante l’utilizzo di alcune sostanze chimiche possa stabilire grandi sfide per tutto il comparto chimico-industriale europeo. Federchimica, in cooperazione con il Cefic (Associazione europea della chimica), si impegnerà a monitorare l’andamento di questa Revisione e attivare azioni di advocacy coordinate.

SOSTANZE ALCHILICHE PERFLUORURATE E POLIFLUORURATE (PFAS)

Sempre dalle nuove linee della Commissione, si evince l’intenzione di far maggior chiarezza sulla composizione e ruolo dei PFAS. Essendo recentemente entrate nel dibattito a causa dei loro possibili danni all’ambiente e alla salute umana, la Commissione europea sta cercando di creare un quadro normativo per identificare le sostanze, valutare la loro pericolosità ed eventualmente bandirle o eliminarle gradualmente. Dato che i PFAS sono impiegati in moltissimi settori, la loro regolamentazione e restrizione sarà sicuramente impattatene per tutta la filiera industriale. Per questo motivo, Federchimica lavorerà in maniera attiva nel cercare di ridurre gli effetti negativi per l’industria chimica proveniente da questa iniziativa.

REGOLAMENTO SUI DETERGENTI

Il CSS non riguarda solamente aspetti generici relativi a tutto il settore chimico, come la Revisione del REACH o CLP ma, stabilisce anche specifiche normative di settore.

Il 28 aprile 2023 la Commissione europea ha presentato una proposta di modifica delle norme sui detergenti. In concreto, la suddetta proposta prevede di semplificare le regole del mercato, facilitare le vendite di prodotti innovativi e sicuri ed aumentare la sostenibilità e la sicurezza dei detergenti.

La plenaria ha adottato il rapporto della commissione parlamentare per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) il 27 febbraio 2024, come posizione di prima lettura. Nel testo adottato permangono tuttavia alcune criticità, fra cui: l’inclusione dei tensioattivi nel campo di applicazione del regolamento, nonostante si tratti di sostanze chimiche e non di prodotti finiti; il mantenimento degli obblighi molto restrittivi per i prodotti contenenti microrganismi e le disposizioni aggiuntive in relazione alla biodegradabilità.

D’altro canto, il 14 giugno 2024, il Consiglio dell’Unione europea ha adottato all’unanimità la sua posizione relativa al Regolamento Detergenti. Il mandato negoziale del Consiglio sembrerebbe essere leggermente migliore rispetto a quello del Parlamento. Tuttavia, l’imposizione di restrizioni, soprattutto in base al contenuto di fosforo per massa di detergente, probabilmente spingerà l'industria verso prodotti diluiti, più voluminosi e che richiedono più spazio di stoccaggio a parità di prestazioni fornite. Questo porterebbe ad aumento delle emissioni di gas serra e dell'uso di materiali di imballaggio, non rispettando dunque altri regolamenti dell’Unione.

Nel momento in cui si scrive, ci si attende l’inizio dei negoziati interistituzionali nell’ultimo semestre del 2024. Federchimica – in collaborazione con le associazioni europee - continuerà a monitorare l’evoluzione del Regolamento Detergenti, cercando di tutelare gli interessi delle associazioni coinvolte maggiormente da questo file.

REGOLAMENTO SULLA SICUREZZA DEI GIOCATTOLI

Sempre nel compartimento del CSS troviamo la Revisione del Regolamento sulla sicurezza dei giocattoli. La Commissione europea ha avviato questa Revisione a fine luglio del 2023 con l’obbiettivo di implementare la Direttiva del 2022, migliorandone gli aspetti collegati all’uso di sostanze chimiche dei giocattoli e la sicurezza per i bambini.

Anche in questo caso, le due Istituzioni legislative hanno lavorato a ritmo sostenuto, cercando di arrivare a un buon punto prima della fine della IX legislatura. Di fatto, nella sessione plenaria di marzo, il Parlamento europeo (PE) ha approvato il report della commissione parlamentare europea per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI). Il testo del PE mirerebbe ad estendere l'ambito di applicazione di alcune sostanze e miscele, tra cui PFAS e bisfenoli e a sostenere gli sforzi di transizione per le PMI. Il Consiglio ha successivamente approvato il proprio mandato negoziale il 15 maggio 2024. Esso include una modifica per allineare la proposta della Revisione sulla Sicurezza dei giocattoli alla più recente legislazione dell'UE in materia (legge sui servizi digitali, regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti). Ci si aspetta ora delle negoziazioni interistituzionali tra Parlamento, Consiglio e Commissione (trilogo), dove si cercherà di arrivare ad un accordo e all’eventuale pubblicazione finale.

PACCHETTO LEGISLATIVO “UNA SOSTANZA, UNA VALUTAZIONE” (OSOA)

Nel dicembre del 2023, la Commissione ha presentato tre proposte legislative nell’ambito del pacchetto “una sostanza, una valutazione” (OSOA). Gli obiettivi principali sono: razionalizzare le valutazioni delle sostanze chimiche in tutta la legislazione dell'UE; rafforzare la base di conoscenze sulle sostanze chimiche; garantire l'individuazione precoce e l'intervento sui rischi chimici emergenti. Nell'ambito di questo pacchetto, saranno riassegnati compiti significativi tra quattro agenzie dell'UE, garantendo valutazioni coerenti e trasparenti della sicurezza delle sostanze chimiche utilizzate in prodotti quali dispositivi medici, giocattoli, alimenti, pesticidi e biocidi. Se da una parte la commissione parlamentare per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) non è riuscita a produrre nessun rapporto da far esaminare - e poi votare - in Planaria, dall’altra il Consiglio ha instituito un gruppo di lavoro ad hoc sull'attuazione dell'approccio OSOA nel contesto delle valutazioni della sicurezza chimica e - lo scorso giugno - ha adottato il mandato per i futuri negoziati con il Parlamento europeo riguardante l’intero pacchetto OSOA. Ora, con l’avvio della nuova legislatura ci si aspetta il proseguimento dei lavori, prima in Parlamento e successivamente in seduta di trilogo (negoziazione interistituzionale) con il Consiglio e Commissione europea.



ECONOMICA CIRCOLARE

A partire da marzo 2020, la Commissione europea ha introdotto il Piano d’azione per l’economia circolare, con l’obiettivo di sostenere la trasformazione dell’Unione europea verso sistemi di produzione e consumo più sostenibili. Questo piano include una serie di iniziative legislative e politiche mirate a promuovere la transizione verso un modello circolare.

REGOLAMENTO IMBALLAGGI E RIFIUTI DI IMBALLAGGIO (PPWR)

Tra i dossier che Federchimica sta monitorando attivamente vi è il Regolamento Imballaggi e Rifiuti di Imballaggio (PPWR). La proposta della Commissione è stata presentata il 30 novembre 2022 nell'ambito del Pacchetto Economia Circolare II, con l’obiettivo di garantire che tutti gli imballaggi sul mercato dell'UE siano riutilizzabili o riciclabili entro il 2030.

Tale revisione, infatti, mira a garantire opzioni di imballaggio riutilizzabili, eliminare gli imballaggi inservibili, limitare l'eccesso di imballaggio e fornire etichette chiare per favorire il corretto riciclo.

Inoltre, la proposta ha lo scopo di sostituire l’attuale Direttiva 94/62/CE con un Regolamento in modo da armonizzare maggiormente la gestione dei rifiuti di imballaggio a livello europeo e limitare le divergenze tra le misure nazionali. Il Regolamento, a differenza della Direttiva, è direttamente applicabile e non richiede l’adozione di provvedimenti nazionali di attuazione da parte degli Stati membri.

In particolare, il Regolamento, adottato in Parlamento europeo ad aprile 2024, si applica a tutti gli imballaggi, senza distinzione del materiale utilizzato, e riguarda anche tutti i rifiuti di imballaggio, pur prevedendo alcune esenzioni. Tra i punti salienti, vengono implementate strategie per minimizzare la generazione di rifiuti in tutti i settori. Inoltre, si stabilisce l’obbligo di etichettatura, per informare i consumatori sulle caratteristiche degli imballaggi e sulle corrette pratiche di smaltimento oltre che un'ampia gamma di obiettivi di riutilizzo e ricarica, per diversi settori e formati di imballaggio, riducendo così il ricorso agli imballaggi monouso.

Un altro aspetto importante riguarda la riciclabilità degli imballaggi, che richiede che tutti gli imballaggi siano progettati per essere riciclabili. Si prevede anche un contenuto minimo di materiale riciclato, per promuovere l'uso di risorse già disponibili. Inoltre, il regolamento indica la minimizzazione degli imballaggi. Infine, vengono introdotte norme sulla compostabilità su determinati prodotti.

Nell’ultimo anno, Federchimica ha individuato diverse priorità fondamentali e ha implementato diverse attività di advocacy riguardo alla proposta di Regolamento sugli imballaggi. Tra i risultati ottenuti, si segnala l'esclusione dal campo di applicazione del Regolamento per il trasporto di merci pericolose, le quali sono già regolamentate dalla normativa sull’Accordo europeo relativo al trasporto internazionale su strada delle merci pericolose (ADR). In aggiunta, il testo approvato in Plenaria ha rivisto la percentuale massima per il rapporto tra spazio vuoto e prodotto confezionato e ha revocato il divieto per gran parte degli imballaggi monouso a contatto con gli alimenti. Inoltre, la revisione degli obiettivi di riuso, inizialmente considerati troppo ambiziosi, ha portato a modifiche nel testo finale, che ha parzialmente accolto queste istanze. In particolare, è stata introdotta la possibilità di esenzioni in base ai tassi di raccolta differenziata e riciclo, oltre a quelle per gli imballaggi protettivi destinati a beni pesanti o fragili. Il Regolamento accoglie la richiesta di escludere gli imballaggi di farmaci, dispositivi medici e dispositivi medico-diagnostici in vitro dai requisiti di riciclabilità. Tuttavia, non viene menzionata esplicitamente l'estensione di tale esclusione agli imballaggi secondari, che rimangono pertanto soggetti alle normative vigenti.

Inoltre, restano in vigore target specifici per la riduzione degli imballaggi in plastica e il divieto di utilizzo di PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) e bisfenolo A negli imballaggi alimentari. Queste misure, seguito in coordinamento con il Cefic, potrebbero generare confusione legale e sovrapposizioni con normative già esistenti, come quella del REACH, complicando la corretta attuazione da parte dell’industria e delle autorità.

Infine, il Regolamento ha visto l'eliminazione del controverso sistema credit-based per gli obiettivi di contenuto riciclato, grazie anche agli sforzi di advocacy di Federchimica. Questo sistema, se attuato, avrebbe potuto compromettere la qualità del riciclo e ostacolare gli investimenti in infrastrutture di alta qualità.

REGOLAMENTO SULLA PROGETTAZIONE ECOCOMPATIBILE DEI PRODOTTI SOSTENIBILI (ESPR)

Un altro importante sviluppo è il Regolamento sulla Progettazione Ecocompatibile dei Prodotti Sostenibili (ESPR). Questo regolamento è il fulcro dell'approccio della Commissione verso prodotti più sostenibili e circolari. Parte di un pacchetto di misure del Piano d'Azione per l'economia circolare 2020, l'ESPR contribuisce a raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici dell'UE, aumentando il tasso di circolarità dei materiali e raggiungendo gli obiettivi di efficienza energetica entro il 2030. Esso estende i requisiti di ecodesign a un numero maggiore di prodotti rispetto alla Direttiva attuale, includendo aspetti come durabilità, riutilizzabilità, riciclabilità e contenuto di riciclato e gestione delle sostanze chimiche preoccupanti (SoC). Federchimica, in coordinamento con Cefic, è preoccupata per la definizione ampia di SoC, che non solo rende molto onerosa per le imprese l’implementazione del regolamento ma è anche incoerente con le definizioni presenti in altre legislazioni quali, ad esempio, il regolamento REACH. La proposta include anche il Passaporto Digitale di Prodotto (DPP), pensato per migliorare la tracciabilità e la condivisione delle informazioni, ma la cui implementazione richiederà l’impiego di rilevanti risorse per le imprese, in particolare per le PMI.  Il nuovo regolamento è entrato in vigore a luglio. Come primo passo, la Commissione identificherà per quali prodotti ed entro quando dovranno applicarsi i requisiti di ecodesign. Il primo piano di lavoro, che stabilirà i prodotti prioritari, sarà pubblicato all'inizio del 2025. Ci sono ancora molte incognite riguardo alle modalità pratiche di attuazione dell'ESPR, come l’individuazione dei prodotti prioritari, i contenuti degli atti delegati contenti i requisiti ecodesign e le modalità di funzionamento del DPP.

DIRETTIVA GREEN CLAIMS

La Commissione europea intende intervenire anche sulla comunicazione delle affermazioni ambientali attraverso la proposta di Direttiva Green Claims, presentata a marzo 2023. La Direttiva prevede che le asserzioni ambientali esplicite rivolte al consumatore siano supportate da prove scientifiche, verificate ex ante e certificate da parte terza indipendente. La proposta vieta nuovi sistemi pubblici di etichettatura (a meno che non siano sviluppati a livello EU) e richiede che i nuovi sistemi privati dimostrino il loro valore aggiunto e ottengano approvazione preventiva. Il rapporto è stato adottato dal Parlamento come posizione di prima lettura a marzo mentre il Consiglio dell'Unione europea ha adottato la sua posizione (General Approach) a giugno, con il voto favorevole dell'Italia, evidenziando la necessità di procedure semplificate e maggiori aiuti per le microimprese; i negoziati interistituzionali sono previsti per fine anno. Federchimica continuerà a seguire il dossier con la massima attenzione, sensibilizzando i decisori politici italiani a Bruxelles sui temi di maggiore rilevanza per le associazioni interessate.



FIT FOR 55 E GREEN DEAL INDUSTRIAL PLAN

NET ZERO INDUSTRY ACT

Nel corso della IX legislatura, Federchimica ha seguito con attenzione il nuovo Regolamento Net Zero Industry Act (NZIA), il quale mira a promuovere la diffusione industriale delle tecnologie a zero emissioni, necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE. In linea con gli obbiettivi del Green Deal, il Regolamento NZIA cerca inoltre di sfruttare la forza del mercato unico per rafforzare la posizione dell’Europa nelle tecnologie verdi industriali.

Dopo l’accordo di interistituzionale (trilogo) tra Parlamento, Consiglio e Commissione dello scorso 6 febbraio 2024, i due colegislatori hanno approvato il testo tra aprile e maggio, poco prima della fine della legislatura. Sebbene il nuovo testo introduca nuove sfide per il settore industriale, il regolamento NZIA mantiene l’obbiettivo finale di sostenere le industrie ad alta intensità energetica, come quelle chimiche, che producono componenti utilizzati in queste tecnologie a zero emissioni e che investono nella decarbonizzazione. Questo, dunque, sembrerebbe essere un passo nella direzione giusta per l’industria chimica europea e italiana. Inoltre, il report di Mario Draghi conferma che l’attuazione rapida ed efficace del NZIA può contribuire a invertire l'attuale tendenza al ribasso della competitività dell'UE nel settore delle tecnologie pulite.

MECCANISMO DI AGGIUSTAMENTO DELLE FRONTIERE DEL CARBONIO (CBAM)

Sulla scia del Green Deal e del Fit for 55 package, Il 14 luglio 2021, la Commissione ha pubblicato la proposta di Regolamento “Carbon Border Adjustement Mechanism” uno strumento che ha l'obiettivo di:

  • assegnare un prezzo equo alle emissioni di carbonio associate alla produzione di beni ad alta intensità di carbonio importati nell'UE;
  • mitigare il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio (carbon leakage, ossia la delocalizzazione delle produzioni verso Paesi con regolamentazioni ambientali meno rigide);
  • garantire che il costo del carbonio applicato alle importazioni sia allineato a quello imposto sulla produzione interna all'Unione.

Il CBAM entrerà pienamente in vigore a partire dal primo gennaio 2026, applicandosi inizialmente a un gruppo selezionato di settori industriali ad alta intensità di carbonio: ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio, idrogeno, elettricità. Il meccanismo si applicherà specificamente alle importazioni di beni e precursori provenienti da questi settori, considerati ad alto rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.

Prima dell'entrata in vigore definitiva del CBAM nel 2026, il legislatore dell'UE ha previsto un periodo di sperimentazione, che si estende da ottobre 2023 a fine 2025. Durante questa fase, le imprese saranno tenute a presentare rapporti trimestrali sulle emissioni di carbonio legate alla produzione dei beni importati, senza essere soggette al pagamento della cosiddetta CBAM Charge. Tale costo, che sarà introdotto in seguito, verrà calcolato in base al prezzo settimanale delle quote ETS (sistema europeo di scambio di emissioni). Il rapporto per il terzo trimestre del 2024 dovrà essere presentato entro la fine di ottobre dello stesso anno.

Durante il medesimo periodo di sperimentazione, sono in corso studi volti a valutare l'eventuale estensione del campo di applicazione del CBAM a ulteriori beni prodotti nei settori coperti da ETS (tra cui quelli relativi alla chimica organica e ai polimeri).

Con l'implementazione del CBAM, per i settori che rientrano nel campo di applicazione è prevista la graduale eliminazione delle quote gratuite del sistema ETS, attualmente assegnate alle industrie europee proprio come misura di protezione contro il rischio di "carbon leakage".

Molte delle criticità a lungo sollevate dall'industria sono emerse in maniera più evidente durante il periodo di sperimentazione del CBAM e sono state approfonditamente analizzate nel recente Rapporto Draghi sulla Competitività. Il rapporto raccomanda infatti un accurato monitoraggio dello strumento durante la fase transitoria, con particolare enfasi sull'efficacia della sua implementazione. Qualora il CBAM non si dimostrasse adeguatamente efficace, si suggerisce di valutare la possibilità di posticipare la riduzione delle quote gratuite ETS.

Tra le criticità individuate, spiccano in particolare:

  • lo svantaggio per le aziende esportatrici dell'UE: mentre il CBAM crea un terreno di parità per le importazioni, non offre alcuna compensazione per le imprese europee esportatrici, le quali rimangono gravate dai costi legati al sistema ETS in più perdendo le quote gratuite precedentemente assegnate. Questo le pone in una posizione di svantaggio competitivo rispetto ai concorrenti di Paesi che non applicano costi sul carbonio, con potenziali impatti negativi sulla loro competitività nei mercati internazionali;
  • la complessità dello strumento e la possibilità di elusione anche attraverso triangolazioni in Paesi terzi: l'applicazione del CBAM presenta sfide legate alla sua complessità e al rischio di pratiche di elusione, che potrebbero compromettere l'efficacia del meccanismo stesso. Queste problematiche richiedono un costante monitoraggio e l'adozione di adeguate misure correttive, qualora necessario.

SISTEMA DI SCAMBIO DELLE QUOTE DI EMISSIONE DELL'UE (ETS)

Con il lancio del Green Deal europeo e l'adozione di obiettivi climatici più ambiziosi nell'ambito della legge europea sul clima, la Direttiva del Sistema di Scambio delle Quote di Emissione dell'UE (EU ETS) è stata ulteriormente rivista nel 2023. Parlamento e Consiglio dell'UE hanno approvato le proposte di revisione entro giugno 2023, con l’obiettivo di allineare la normativa all'ambiziosa riduzione delle emissioni al 2030. Tra le principali modifiche, la revisione prevede l’estensione di applicazione al settore marittimo e una importante riduzione delle emissioni nei settori inclusi nell'ETS (compreso il settore chimico) del 62% entro il 2030, rispetto al precedente obiettivo del 43%. È stato anche introdotto un sistema di bonus-malus per premiare l'innovazione e i migliori risultati, mentre l'assegnazione gratuita di quote è stata ridimensionata e irrigidita subordinandola anche alla stesura di piani di decarbonizzazione aziendali. Inoltre, è stato creato un nuovo sistema ETS2 per includere le emissioni degli edifici, del trasporto stradale e di altri settori produttivi esclusi da ETS.

Federchimica, in collaborazione con Cefic, è impegnata per garantire un'attuazione equa ed efficiente del sistema ETS riformato, con l'obiettivo di consentire una produzione sostenibile e competitiva in Europa. ll Rapporto The future of European competitiveness – A competitiveness strategy for Europe di Mario Draghi ha sollevato importanti criticità sull'efficacia del sistema ETS nel supportare adeguatamente le industrie ad alta intensità energetica (EII). Draghi ha evidenziato che solo una piccola parte dei proventi del sistema ETS è stata effettivamente destinata alla decarbonizzazione delle industrie ad alta intensità energetica, come acciaio, cemento e chimica. Tra il 2013 e il 2022, gran parte delle risorse è stata utilizzata per sussidi all’efficienza energetica degli edifici e all’elettricità, lasciando queste industrie senza il supporto finanziario necessario per ridurre le proprie emissioni. Il rapporto suggerisce un aumento dei fondi destinati a progetti di decarbonizzazione per sostenere gli investimenti iniziali e i costi operativi delle industrie.

Questo aspetto evidenziato da Draghi sottolinea la necessità di rivedere l'allocazione dei fondi ETS, affinché le industrie ad alta intensità energetica possano effettivamente ricevere il supporto adeguato ad affrontare la transizione verde. Il rischio, altrimenti, è che l’aumento dei costi del carbonio e la riduzione delle quote gratuite, previsti dalla riforma, possano compromettere la competitività delle industrie europee, favorendo il fenomeno della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio verso Paesi con regolamentazioni ambientali meno severe.

DIRETTIVA SULLE ENERGIE RINNOVABILI (RED III)

La Commissione ha proposto un'altra Revisione sostanziale della Direttiva UE sulle energie rinnovabili (RED), aumentando l'obiettivo delle fonti energetiche rinnovabili (FER) al 40% entro il 2030. Questa proposta, che fa parte del pacchetto Fit For 55, mira a raddoppiare la quota di FER entro un decennio, introducendo un quadro completo per incrementare le FER in tutti i settori economici, in particolare nei trasporti, negli edifici e nell'industria. Tra le caratteristiche principali, la promozione dell'idrogeno nei trasporti e nell'industria e l'alleggerimento dei processi di autorizzazione per i nuovi impianti FER.

I negoziati interistituzionali (trilogo) tra Parlamento, Consiglio e Commissione hanno portato ad un accordo provvisorio il 30 marzo 2023, che fissa un obiettivo vincolante del 42,5% per le FER entro il 2030, con un'ulteriore maggiorazione indicativa del 2,5% per raggiungere potenzialmente il 45%. L'accordo ha inoltre stabilito obiettivi settoriali, ha reso più severi i criteri di sostenibilità dei biocarburanti e ha semplificato i processi di autorizzazione. Il testo finale della Direttiva rivista (RED III) è stato firmato il 18 ottobre 2023 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell'UE il 31 ottobre 2023, entrando in vigore il 20 novembre 2023, gli Stati membri hanno tempo fino al 21 maggio 2025 per recepire la Direttiva.



ZERO POLLUTION ACTION PLAN

Nel corso della IX legislatura, la Commissione europea ha avanzato un piano, noto come Zero Pollution Action Plan, nell’ambito del Green Deal. Questa strategia ha come obbiettivo la riduzione a zero dell’inquinamento dell’acqua, aria e suolo.  Molte delle revisioni proposte, relative soprattutto alle emissioni industriali e alla contaminazione delle acque, vanno ad interessare il settore chimico. Per questo motivo, Federchimica ha seguito con attenzione gli sviluppi legislativi derivanti dal suddetto piano.

DIRETTIVA SULLE EMISSIONI INDUSTRIALI (IED)

Si è concluso l’iter relativo alla Revisione della Direttiva sulle emissioni industriali (IED), incentrata sulla disposizione di norme più stringenti per la riduzione delle emissioni dell'industria per raggiungere gli obbiettivi del Green Deal. Federchimica, in coordinamento con Cefic (Associazione europea della chimica), ha sviluppato azioni di advocacy in molti aspetti cruciali di questa Direttiva. Gli obbiettivi di advocacy sono stati: evitare la sovrapposizione con l'attuale Direttiva sul sistema di scambio di quote di emissioni (ETS), affievolire le norme stringenti sulla riduzione delle emissioni proposte dalla Commissione europea, ridurre gli oneri amministrativi, fornire tempistiche fattibili per l’utilizzo tecnologie emergenti al fine di soddisfare i nuovi livelli di conformità e semplificare le procedure di autorizzazione.

Sebbene l’inversione dell’onere della prova per le richieste di risarcimento di danni privati sia rimasto nel testo finale, molti traguardi sono stati ottenuti. In particolare, è stata eliminata la disposizione che prevedeva l'obbligo di includere i produttori di mole abrasive nel campo di applicazione della Direttiva IED, ripristinando così la facoltà per gli Stati membri di decidere se includerli o meno. Nel complesso, il testo finale della Direttiva risulta significativamente migliorato rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea. Dopo l'adozione formale dell'accordo da parte del Parlamento e Consiglio, la Direttiva è stata pubblicata il 15 luglio 2024 nella Gazzetta Ufficiale dell'UE. Ora, gli Stati membri hanno tempo fino al primo luglio 2026 per recepire la Direttiva nel diritto nazionale.

DIRETTIVA SULLA GESTIONE INTEGRATA ACQUE

In materia di risorse idriche, Federchimica ha monitorato assiduamente due proposte di revisione. Per quanto riguarda la Direttiva sulla gestione integrata delle acque, la posizione della Commissione parlamentare europea per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) è risultata decisamente stringente, in linea con quanto proposto dalla Commissione europea. In particolare, il rapporto richiede parametri e standard aggiuntivi per i bisfenoli e sostanze attive farmaceutiche nelle acque superficiali, mentre per i PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) sia nelle acque superficiali che nelle acque sotterranee. Inoltre, sono stati inaspriti gli standard per il glifosato, l'atrazina e i metaboliti non rilevanti degli agrofarmaci e si suggerisce di non limitare il numero di sostanze nelle liste di controllo.

ll report della commissione parlamentare per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) è stato votato – e approvato – in Plenaria il 24 aprile 2024. Successivamente, il 19 giugno 2024, il Consiglio ha adottato il suo mandato negoziale. I Paesi membri hanno concordato di accettare la proposta della Commissione riguardo all'istituzione di standard di qualità ambientale per 24 PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) nelle acque superficiali e di includere nella lista singoli prodotti farmaceutici. Inoltre, il Consiglio ha imposto alla Commissione l'obbligo di compilare un elenco di agrofarmaci noti, specificando la loro rilevanza nell’inquinamento delle acque.

Ora si attende l’inizio dei negoziati interistituzionali tra il Parlamento e il Consiglio, presumibilmente nell’autunno/inverno 2024. Federchimica seguirà questa fase attentamente, cercando di sviluppare attività di advocacy a sostegno del settore.

DIRETTIVA SUL TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE URBANE (UWWTD)

Relativamente alla proposta di Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (UWWTD), il 10 aprile 2024 il Parlamento europeo ha approvato l’accordo provvisorio raggiunto con il Consiglio a gennaio 2024. È importante notare che in questo accordo rimangono presenti alcune criticità, sollevate diverse volte da Federchimica. Nello specifico, l'introduzione di uno schema di responsabilità estesa del produttore (EPR) obbligherà i produttori di articoli farmaceutici e cosmetici per uso umano a coprire almeno l'80% dei costi del trattamento quaternario necessario per rimuovere i microinquinanti. Questo avrà sicuramente gravi ripercussioni su tutta la filiera farmaceutica e cosmetica. Federchimica considera dunque necessario stabilire un legame tra la concentrazione di microinquinanti nelle acque da trattare e la loro presenza nei prodotti iniziali, considerando anche il loro livello di tossicità. Bisogna creare un sistema che colleghi i contaminanti trovati nelle acque con le loro origini nei prodotti e la loro pericolosità. Inoltre, l'EPR dovrebbe definire e fissare criteri per identificare le sostanze inquinanti e affrontare il ruolo dei consumatori nell'inquinamento delle acque.  L'obiettivo finale è delineare correttamente chi paga e per quale inquinamento.

Con l’inizio della X legislatura, il testo di accordo è passato nuovamente al vaglio del Parlamento europeo attraverso la procedura di rettifica giuridico-linguistica, meglio conosciuta come corrigendum. Il testo non ha ricevuto nessuna richiesta di modifica, perciò è stato approvato dal Parlamento durante la prima sessione Plenaria di ottobre 2024 di Strasburgo. Ora, dovrà essere approvato dagli Stati membri in seno al Consiglio. Sarà quindi successivamente pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Gli Stati membri avranno 30 mesi di tempo per recepire la Direttiva nella loro legislazione nazionale.



FARM TO FORK

Una delle priorità della CE nel Green Deal è stata la sostenibilità del settore agroalimentare e la protezione della biodiversità in Europa, dimostrando quanto sia importante il settore agricolo per l'economia europea. Federchimica ha seguito attentamente gli sviluppi della strategia di riferimento, ovvero Farm to Fork (Dal produttore al consumatore). La Strategia mira ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare sostenibile, con l’obiettivo di avere un impatto ambientale neutro o positivo. Essa intende contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento ai loro effetti, nonché ad invertire la perdita di biodiversità. Un altro aspetto fondamentale della Strategia è garantire la sicurezza alimentare, assicurando che tutti abbiano accesso a cibo sufficiente e sostenibile. Inoltre, si propone di mantenere l’accessibilità economica del cibo, generando al contempo ritorni economici più equi e promuovendo la competitività del settore agroalimentare. Tuttavia, gli agricoltori europei e parte delle Istituzioni hanno espresso una forte opposizione a causa di possibili ripercussioni che la Strategia e l’eventuale quadro normativo potrebbe avere sulla sicurezza degli approvvigionamenti alimentari e sulla salubrità dei prodotti.

All’interno della suddetta Strategia, due proposte legislative hanno riscosso particolare attenzione: il Regolamento uso sostenibile agrofarmaci (SUR) e il quadro sulle nuove tecniche genomiche (NGT). Federchimica le ha monitorate per comprenderne l’impatto e le conseguenze sul settore agroalimentare e degli agrofarmaci.

REGOLAMENTO USO SOSTENIBILE AGROFARMACI

Il Regolamento uso sostenibile agrofarmaci (SUR), incentrato sulla riduzione dell’uso complessivo degli agrofarmaci chimici del 50% e di quelli più pericolosi entro il 2030, è naufragato durante l’ultimo semestre legislativo prima delle elezioni europee.
La Commissione parlamentare per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI), a guida di questo file, si è espressa a favore di una riduzione a livello europeo di almeno il 50% dell'uso degli agrofarmaci e, allo stesso tempo, ha innalzato l'obiettivo di riduzione dell'uso di quelli più pericolosi al 65% entro il 2030. Per questo motivo, in Parlamento ci sono state diverse discussioni a riguardo, portando a respingere la proposta durante la Plenaria di novembre 2023. Inoltre, il Parlamento ha anche votato contro il rinvio del testo alla Commissione ENVI per un nuovo esame. A causa della bocciatura in Parlamento, la mancanza di progressi in Consiglio e le numerose contestazioni degli agricoltori in tutta Europa – e di fronte al Parlamento europeo –, la Commissione europea ha deciso di ritirare la proposta, concretizzatasi con la pubblicazione del ritiro il 6 maggio 2024 sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE.

NUOVE TECNICHE GENOMICHE (NGT)

Continuano invece i lavori per il quadro giuridico sulle nuove tecniche genomiche (NGT). Con questa proposta, la Commissione vorrebbe esaminare le possibilità delle biotecnologie agrarie al fine di creare un sistema agroalimentare più sostenibile. Nello specifico, lo scopo sarebbe quello di stimolare l'immissione sul mercato dell'UE di piante modificate, così come i loro prodotti alimentari e mangimi, in modo che siano più resistenti alle malattie, alle condizioni ambientali estreme e al cambiamento climatico.

Prima della fine della legislatura, il Parlamento ha confermato la sua posizione nella votazione in Plenaria del 24 aprile 2024. Lato Consiglio il file si è un po’ arenato. Tuttavia, l’Ungheria – che ha assunto la Presidenza di turno del Consiglio il primo luglio 2024 – ha proposto di riavviare le discussioni su una serie di altre questioni, come l'etichettatura, i controlli e i criteri di equivalenza. Federchimica, dunque, continuerà a monitorare gli sviluppi di questo quadro normativo.



BIOTECNOLOGIE

Con l’evoluzione dei mercati e delle tecnologie, la Commissione europea sta riconoscendo sempre più l'importanza cruciale delle biotecnologie per il futuro dell'Europa. Questo riconoscimento si traduce in una serie di iniziative e proposte legislative, volte a superare le sfide attuali e a promuovere l'innovazione nel settore delle scienze della vita. Le biotecnologie sono inoltre esplicitamente menzionate nelle linee guida della Commissione per il periodo 2024-2029, confermando il loro ruolo strategico nel rafforzare la competitività europea e sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile e resiliente.

A marzo 2024, la Commissione europea ha pubblicato una Comunicazione per rafforzare il settore della biotecnologia e della biomanifattura nell'UE. Il documento evidenzia le difficoltà nel trasformare la ricerca accademica europea in successi commerciali, sottolineando le prestazioni superiori di Stati Uniti e Cina. Tra le sfide principali ci sono le complesse regolamentazioni, le lunghe procedure di autorizzazione e l'accesso limitato ai finanziamenti, con la CE che propone di spostare il focus dai prestiti bancari ai mercati dei capitali per sostenere in modo più efficace le aziende biotech.

La Commissione suggerisce anche soluzioni per migliorare l'accesso a materie prime sostenibili e ridurre la dipendenza dalle importazioni, puntando su fonti rinnovabili di carbonio. Per favorire l'innovazione, vengono proposti ecosistemi tecnologici, come i Regional Innovation Valleys, un Acceleratore di Biotecnologie, e il rafforzamento dell'Intelligenza Artificiale, in particolare quella Generativa, nel settore. Inoltre, la CE intende semplificare le normative e velocizzare l'ingresso sul mercato delle innovazioni biotech, con la creazione di un Hub Biotech europeo entro il 2025. Infine, si prevede una maggiore cooperazione internazionale con Paesi come Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud per migliorare ricerca e trasferimento tecnologico.

La prossima legge sulla Biotecnologia (Biotech Act), annunciata nelle linee guida e prevista per il 2025, è destinata a semplificare i processi regolatori nel settore delle scienze della vita. Questa legislazione mira a facilitare la transizione delle biotecnologie dalla fase di ricerca alla produzione e alla disponibilità sul mercato. Fa parte di una strategia più ampia, Strategia per le Scienze della Vita in Europa (Strategy for European Life Sciences), che punta a supportare le transizioni ecologiche e digitali e a promuovere lo sviluppo di tecnologie ad alto valore. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato il potenziale delle biotecnologie, soprattutto se combinate con l'intelligenza artificiale e gli strumenti digitali, per modernizzare interi settori dell'economia, dall'agricoltura e silvicoltura all'energia e alla salute.



STRATEGIA FARMACEUTICA

Nei prossimi anni, le imprese chimiche che operano nel settore farmaceutico dovranno affrontare importanti cambiamenti normativi. Ad aprile 2023, la Commissione europea ha presentato una vasta proposta di riforma per la legislazione farmaceutica, che comprende sia una Direttiva sia un regolamento. Questa proposta è parte della Strategia Farmaceutica per l’Europa, lanciata nel 2020 per rinforzare il settore farmaceutico europeo, anche alla luce delle sfide emerse durante la pandemia. La riforma proposta dalla Commissione europea punta a migliorare le tempistiche per l’approvazione dei medicinali, fornire incentivi per promuovere l’innovazione, e gestire le carenze di medicinali. Inoltre, in linea con il Green Deal europeo, introduce nuovi elementi ambientali, come l’obbligo di una valutazione del rischio ambientale per tutti i medicinali immessi sul mercato dell’UE. Queste proposte saranno esaminate dal Parlamento e dal Consiglio dell’UE. Federchimica seguirà attentamente il dossier e sensibilizzerà i decisori politici italiani a Bruxelles sui temi più rilevanti per le associazioni interessate.

Sempre nell’ambito della Strategia Farmaceutica, ad ottobre 2023, la Commissione ha pubblicato una comunicazione sulle carenze di medicinali nell’UE. La commissione parlamentare per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) ha discusso le proposte a settembre e novembre 2023, e a dicembre 2023 è stata presentata una relazione sul miglioramento dell’accesso ai medicinali e la promozione dell’innovazione farmaceutica. A marzo di quest’anno, la Commissione ENVI ha adottato i suoi rapporti con una netta maggioranza, chiedendo tra l’altro una protezione regolatoria minima di sette anni e mezzo per i nuovi medicinali, con un periodo di protezione di mercato di due anni. I medicinali per le malattie rare potranno beneficiare di fino a undici anni di esclusività di mercato se rispondono a un elevato bisogno medico. Sono stati introdotti anche nuovi requisiti per l’uso prudente degli antimicrobici e per la presentazione di una valutazione del rischio ambientale. Il Parlamento europeo ha approvato le proposte ad aprile con una larga maggioranza. Ora il dossier è nelle mani del Consiglio dell’UE, che non ha ancora adottato la sua posizione. Il lavoro continuerà sotto la Presidenza ungherese fino a dicembre alla quale seguirà quella polacca, e i negoziati interistituzionali sono previsti non prima dell’inizio del 2025.



Dove siamo

Sede

20149 Milano
Via Giovanni da Procida, 11

UFFICI ROMA

00186 Roma
Largo Arenula, 34

UFFICI BRUXELLES

1040 Bruxelles
1, Avenue de la Joyeuse Entrée, Bte 1